Riportiamo questo bell'articolo di Giulia Crivelli trovato in rete, che mette a confronto due marchi storici dello stile londinese...
C'è una vicenda che mi colpisce e mi appassiona di recente, quella di Burberry eAquascutum, due tra i più conosciuti brand britannici dell'abbigliamento. Entrambi sono celeberrimi per gli impermeabili, ma col tempo sono diventati veri e propri marchi della moda. I loro sono stati per molti decenni destini paralleli, che ora divergono sempre di più. Il prototipo del primo impermeabile Burberry risale al 1856, Aquascutum fu fondata addirittura cinque anni prima, nel 1851, sempre a Londra. Da allora sono successe molte cose ed entrambi i brand hanno incrociato le star di Hollywood: Humphrey Bogart indossò un trench Aquascutum in Casa Blanca e in seguito il brand fu scelto da Cary Grant, e tantissimi altri attori, oltre che da politici come Winston Churchill e di Margaret Thatcher. Un simbolo di eleganza e stile, insomma. Per definizione intramontabile. E invece qualche giorno fa Financial Times ha scritto che l'azienda sarebbe sull'orlo del fallimento, nonostante gli sforzi di risanamento fatti da Harold Tillman, l'imprenditore che l'aveva rilevata nel 2009 e che, per inciso, è anche il presidente della Camera della moda inglese. E due giorni fa il Wall Street Journal ha ipotizzato che Aquascutum finisca in mani cinesi. E Burberry? Burberry invece sta benissimo: ha chiuso il secondo semestre dell'esercizio fiscale 2011-12 con ricavi a 1,027 miliardi di sterline, circa 1,25 miliardi di euro, in aumento del 19% rispetto allo stesso periodo ed è forse uno dei marchi meglio "piazzati" anche sul versante tecnologico, come ha scritto di recente Susanna Paparatti suRepubblica: i negozi (poco meno di 200 nel mondo) sono tutti connessi, arricchiti da video walls e touch screen, mentre la pagina Facebook di Burberry sfiora un record, paragonata ad altre di luxury brand di moda, con oltre 11,7 milioni di amici. Un dinamismo che ha determinato, ad esempio, anche la scelta di trasmettere in HD le recenti sfilate autunno-inverno 2012.
Insomma, passettino per passettino, Aquascutum si è incamminata sul viale del tramonto mentre Burberry ha salvaguardato la tradizione innovando sia nello stile (vincente la scelta del direttore creativo, il giovane talento britannico Christopher Bailey) sia nella comunicazione. Io spero che Aquascutum si salvi, trovi una sua strada verso il futuro, ma credo anche che queste due parabole della moda saranno presto oggetto di studio in corsi universitari. E, ironia della sorte: è di ieri la notizia che gli eredi di Bogart hanno fatto causa a Burberry per aver usato senza autorizzazione un'immagine dell'attore con un impermeabile della casa. Ma non indossava Aquascutum?