giovedì 29 dicembre 2011

I MERCATI DI LONDRA - il mercato di Camden

Non lontano dal centro istituzionale di Londra, il largo e pulitissimo Whitehall con Downing Street a lato e l'imponente Trafalgar Square come estremo settentrionale, fiorisce un quartiere del tutto diverso, alternativo, originale, caratteristico, profondamente legato allo spirito ribelle e vizioso di una parte consistente della gioventù londinese: Camden Town. Vi si arriva prendendo il bus numero 24 o 29, proprio da Trafalgar, attraversando stipati assieme a mandrie di turisti rumorosi la superturistica Tottenham Court Road in direzione nord, oppure prendendo la Northern Line della metro, sempre puntando in alto, poche fermate distante da Charing Cross e Leicester Square Station.

La storia di Camden Town è variegata e affonda le sue radici in un passato lontano, quando il piccolo villaggio di Camden costituiva un passaggio obbligato per raggiungere la più rinomata Kentish town e il nord del paese. La costruzione del Camden Canal per il trasporto delle merci dal Grand Junction Canal al Tamigi, nel 1820, rese necessaria l'ideazione di un sistema di chiuse ancora ben visibili e che, assieme agli edifici dei magazzini e ai primi pubs sorti lungo Chalk Farm Road e la High Street, diedero all'area grande impulso economico e la modellarono secondo i canoni che ancora oggi la rendono così caratteristica agli occhi di chi la visita.
La storia più recente riguarda invece la nascita del primo mercato di souvenirs e oggetti di artigianato, fondato attorno e all'interno dei locali di un magazzino in disuso all'inizio degli anni settanta, con il nome di Camden Lock Market. Da allora, altri mercati indipendenti si sono aggiunti a quello sorto sulle sponde del vecchio canale, e il quartiere di Camden Town si è espanso ed è stato adottato dalle numerose comunità Punk e Dark/Goth londinesi come sacrario delle loro attività. Buck Street Market, curioso quadrilatero all'aperto formato da innumerevoli bancarelle pressate l'una accanto all'altra, è il posto giusto dove acquistare magliette dalle icone irriverenti e capi di abbigliamento di stravaganti stilisti locali; Canal Market, sul lato della High Street opposto al Camden Lock, si raggiunge soltanto discendendo un tunnel tappezzato di poster e magliette di Marilyn Manson e altri gruppi Rock/Metal; Stables Market, il più distante dalla High Street, è valido per un assaggio di cibi etnici speziati e Inverness Market, antico mercato di frutta e verdura ora parzialmente riconvertito ad uso dei turisti, si incontra appena scesi dall'autobus o saliti dalla stazione della metro, sul lato sinistro della via principale.
L'aria che si respira passeggiando fra il complesso sistema di vicoli che forma l'ossatura dei mercati di Camden Town è ancora quella originale dei primi anni settanta, nonostante la crescita di popolarità che il quartiere ha dovuto sostenere negli ultimi decenni, e l'inevitabile arrivo delle grandi multinazionali del cibo e dello shopping che anche qui, come nel resto di Londra, hanno invaso coi loro marchi l'originalità delle piccole botteghe indipendenti: negozi di abbigliamento casual affiancano boutiques dallo stravagante repertorio gotico nella Camden High Street; oggetti di uso comune sono esposti accanto a strumenti dal chiaro richiamo all'eccesso e alla trasgressione.
La maggior parte dei negozi e delle bancarelle, è questa una delle principali innovazioni apportate all'area negli ultimi anni, sono accessibili sette giorni su sette, dalla mattina fino alle 5-6 del pomeriggio. In realtà, per vivere appieno l'atmosfera della zona è consigliabile recarvisi durante il week-end e mischiarsi alla poderosa folla di turisti che ne calcano sorridenti i larghi marciapiedi; durante la settimana, le strade del quartiere e i suoi Markets sono molto più tranquilli, così come i pubs e i locali che vi si affacciano. Alcune delle birrerie e dei club più famosi posseggono storie che vale la pena di raccontare: il Worlds End, citato dalle guide turistiche fin dalla sua inaugurazione, datata 1778, si trova proprio davanti alla fermata della metro e accoglie i nuovi arrivati con la sua insegna tutt'altro che beneaugurante.
Il popolare Music Club Underworld, sotto le fondamenta del pub, è il posto giusto dove rintanarsi la sera per ascoltare musica live di qualità. Il Dingwalls, adiacente al Camden Lock Market, è il più centrale e vanta una piacevole vista del mercato e del canale; il Bucks Head, l'Oxford Arms e l'Elephant Head, tutti in Camden High Street, sono frequentati da una clientela eterogenea di studenti, turisti e shoppers assetati. Ve n'è poi un altro, leggermente scostato dall'itinerario dei visitatori meno attenti, a pochi metri dalla fermata della metro sul lato meno congestionato della High Street: si chiama Electric Ballroom, ed è forse l'edificio che meglio di tutti incarna le bizzarrie e le stravaganze che caratterizzano questo scorcio di Londra. Attiva come sala da ballo (ballroom) fin dagli anni trenta e successivamente auditorium per concerti e poi discoteca, deve il suo nome alla particolarità di essere stata la prima nel suo genere a sfruttare l'elettricità per illuminare le stanze.
E' tutt'oggi funzionante ed ospita, da diciassette anni e solo la domenica, un mercato di vestiti e ammennicoli in pieno stile Camden.
La sua storia è fascinosa e decisamente intrigante: fu fondata originariamente come ritrovo per l'ingente comunità di immigrati irlandesi trasferitisi a Londra alla ricerca di fortuna, con il nome di The Buffalo, ma venne chiusa di lì a pochi mesi a causa della terribile reputazione e delle numerose risse aizzate ogni notte dalle varie gang di quartiere.
La riapertura, dovuta al giovane immigrato irlandese Bill Fuller, futuro magnate delle sale da ballo e ancora oggi proprietario del locale, avvenne nel 1937, quando la Ballroom non era altro che un minuscolo pub spartano sormontato dai locali di un'antica loggia massonica da tempo abbandonati. L'intraprendente Bill si diede molto da fare e in pochi anni, anche grazie al bombardamento della stazione di Camden che, nel 1941, "liberò" spazio per l'ampliamento dell'attività, fece della Ballroom una conosciuta sala da ballo con capienza superiore alle 2000 persone.
Molte sono le leggende che la vedono protagonista: racconti che ancora oggi percorrono le strade di Camden, vivi nei ricordi di chi a quei momenti, magari non così melodrammatici come vengono descritti ma senz'altro notevoli, partecipò di persona. Nel 1964 l'allora famosissimo cantante irlandese Jim Reeves si rifiutò di suonare alla Ballroom (che ancora si chiamava The Buffalo), contrariato dalla prospettiva dell'ennesimo concerto accompagnato da un pianoforte che nessuno si era preoccupato di accordare. Si dice che gli organizzatori, prima che la folla fiutasse la notizia del mancato concerto, raccolsero l'incasso e scapparono dalla porta posteriore, ancora rintracciabile fra le facciate degli edifici di Kentish Town Road. La sala fu lasciata in balia di duemila persone derubate del loro denaro, il personale costretto a fuggire e il palco preso d'assalto dalla folla infuriata per il mancato concerto, fino a quando qualcuno pensò coscienziosamente di avvertire la polizia, e decine di uomini a cavallo fecero irruzione nell'edificio per placare la rissa.
Dalla metà degli anni sessanta, con il nuovo nome di The Carousel, la Ballroom ospitò grandi nomi del rock come Paul Mc Cartney e Led Zeppelin, acquistando sempre maggior fama di sala per concerti dove i gruppi suonavano "in libertà", spesso unendosi in jam sessions improvvisate.
L'Electic Ballroom aprì col suo attuale marchio il 28 luglio 1978, diventando da subito uno dei punti di riferimento della fervente cultura punk londinese. Sid Vicious ideò e suonò le sue canzoni in questo luogo, e qui si esibì in alcune delle sue più ispirate performance. Altri a calcare il palco della Ballroom furono The Greedies, Blondie, The Clash, David Lee Roth, Talkin Heads.
Nel 1983 inizò l'era dei Club rockabilly: fu aperto il Warehouse Club ai piani superiori dello stabile, che divenne da subito uno tra i più famosi di Londra. Da allora, e ancora di più negli anni novanta, l'Electric Ballroom divenne sempre più sala da ballo e sempre meno da concerto. The Pogues, U2, Red Hot Chilly Peppers e molti altri suonarono qui alla fine degli 80's, ma ciò che davvero attirava l'eclettica popolazione di Camden era adesso la serata Goth/Dark del venerdì sera e quella House del sabato, assieme al mercato di abiti e oggettistica che per le prime domeniche faceva la sua comparsa sulle ceneri del week-end.
Oggi le serate in programma sono "Sin City" (Rock/metal) il venerdì e "Shake" (Disco/rock/pop) il sabato. L'entrata costa rispettivamente 7 e 10 sterline senza riduzioni, 5 e 8 con, e il locale rimane aperto dalle 10:30 alle 3:00 del mattino.
Da segnalare come numerosi tentativi di demolizione della Ballroom siano stati, fortunatamente, respinti: nel 2004 si propose di eliminarla per far spazio ai locali della nuova stazione della metropolitana, ma il Camden Borough Council si oppose al piano di riqualificazione con successo. Stessa sorte ebbe un nuovo piano studiato da Transport For London nel 2005, che prevedeva l'abbattimento di tutto l'isolato, comprendente anche l'attiguo Buck Street Market.
Nel 2007, l'Electric Ballroom è stata dichiarata "edificio dilapidato" dal governo, e non è difficile immaginare che ciò possa essere il preludio ad un nuovo attacco da parte di chi considera luoghi come questo pericolosi angoli di perdizione piuttosto che edifici storici da preservare.
Camden Town è senza dubbio una delle più caratteristiche e originali aree di Londra. Per questo motivo, proprio come l'Electric Ballroom, è necessario proteggerla e mantenerla intatta dagli attacchi di chi vorrebbe sfruttare le sue potenzialità per trasformarla in un asettico parco giochi senz'anima. Nel 2000, il Camden Borough Concil, organo istituzionale che gestisce l'area di Camden, è stato affiancato dal Camden Town Unlimited, organizzazione formata da grandi multinazionali già presenti in loco con filiali dei loro negozi. Nonostante i mezzi finanziari che quest'ultimo ha messo a disposizione per lo sviluppo del quartiere (sicurezza, pulizia, trasporti), viene da chiedersi se e come gli interessi di questi grandi marchi trasformeranno luoghi carichi di tante memorie. Lo Stables Market di Chalk Farm Road, giudicato pericoloso e sporco, sta per essere eliminato per far spazio ad una nuova area destinata allo shopping; la petizione in corso in questi mesi non potrà verosimilmente bloccare l'attuazione del progetto. Gli esecutori assicurano che molte delle piccole attività indipendenti che oggi formano il Market verranno mantenute e che il piano non snaturerà lo spirito della cara vecchia Camden. Chiunque abbia attraversato quel mercato e si sia perso fra i suoi vicoli bui aspetta trepidante gli sviluppi del caso, sperando di non doverne un giorno sentire la mancanza passeggiando fra i corridoi luminosi dell'ennesimo centro commerciale.

mercoledì 28 dicembre 2011

NEWS FROM LONDON - Londra Violenta!

NEL BOXING DAY DUE AGGUATI TRA LA FOLLA IN OXFORD STREET.


LONDRA - 26/12/2011: La folla che si accalca davanti alle vetrine a caccia di buoni affari, i turisti che scattano fotografie nel gotha dello shopping londinese e all' improvviso una lite, un tafferuglio e un ragazzo di colore che rimane per terra, nel sangue. Siamo a Oxford Street, pochi passi dalla stazione della metropolitana di Bond Street, cioè nel cuore di Londra. Accade tutto all' una e mezzo del pomeriggio davanti alla vetrina di Footlocker, noto negozio di scarpe sportive. A giudicare dalla quantità di gente che passeggiava a quell' ora nella stessa strada, molti dovrebbero aver assistito alla rissa che ha preceduto l' omicidio o quantomeno alla fuga degli aggressori. Per questo il detective della Metropolitan police che si sta occupando dell' inchiesta, Mark Dunne, chiede una mano a «chiunque abbia visto qualcosa». Ci sono versioni diverse sul momento dell' aggressione: una dice che sia avvenuta in strada, l' altra invece parla di un accoltellamento all' interno del negozio. La vittima, ferita e barcollante, sarebbe riuscita a uscire e fare pochi passi prima di cadere ormai senza vita. «È molto probabile che si sia trattato di uno scontro tra bande» dice il detective Dunne. E questa sembra essere la base delle indagini che ieri pomeriggio hanno portato a sei arresti, tutti ragazzi già noti a Scotland Yard per il loro legame con le bande violente della città. Uno degli arrestati sarebbe ferito e gli agenti avrebbero recuperato anche l' arma del delitto, un coltello a serramanico tipico delle guerre fra gang. Lo scorso agosto due teenager erano stati feriti a coltellate davanti al negozio di H&M, sempre ad Oxford Street, ma questa sarebbe la prima volta che lo scontro tra bande, quasi sempre nei quartieri più periferici di Londra, si consuma in centro in un giorno di superaffollamento come quello dei saldi del dopo-Natale. Gli agenti hanno bloccato la parte della strada dove è avvenuto il delitto e i negozi più vicini a Footlocker, da Boots al Disney Store e H&M, lungo tutta Oxford Street fino all' angolo con Selfridges, sono stati costretti a chiudere i battenti. Sei ore più tardi, quando gli inquirenti non avevano ancora finito di compilare i primi rapporti sull' omicidio di Oxford Street, un altro ragazzo è stato accoltellato (alla coscia) fra Oxford e Regent Street. Ha 21 anni e non si sa ancora con certezza se faccia parte di una gang o se il suo caso sia slegato dalle guerre fra bande. Nessun collegamento evidente, per adesso, fra i due episodi. L' ispettore Bruce Middlemiss dice che «non possiamo ancora confermare che i due fatti siano collegati» ma ammette che «ci sono circostanze simili come la giovane età e la provenienza dalla stessa zona sud della città» che fanno propendere per un legame. Per questa seconda aggressione sono state arrestate tre persone.
(www.corriere.it)

lunedì 26 dicembre 2011

BURBERRY OUTLET - grandi affari di marca!

(L'outlet visto dall'ingresso)
Ad Hackney, più precisamente in New Bond Street, è possibile acquistare Burberry a prezzi abbordabili!

Al piano terra di un alto edificio in mattoni, con ingresso direttamente sulla strada, troviamo l'outlet londinese di Burberry: è un ope space molto grande, un po' spartano ma cmque accogliente, con grossi black men incravattati all'ingresso, che spengono subito ogni velleità di "scavallo". Gli abiti sono divisi per categoria e la scelta è ampia. Si compra molto bene, non c'è dubbio, ma è consigliabile andare al mattino, quando la scelta è migliore e non sarete obbligati a sgomitare con ciurme di Giapponesi accaniti che comprano di tutto.


Ogni giorno cambiano la merce, roba assai frequente negli outlet, quindi non desistete se alla prima visita non riuscite a trovare qualcosa della vostra misura o a voi gradito, anche perchè i prezzi sono davvero da competizione: nel grande salone infatti, potete trovare polo per 15 euro, sciarpe per 20 euro, giacche per 50 euro e borse Burberry per poco più di 100 euro. Tutta roba rigorosamente originale, ma prodotta per lo più negli stabilimenti dell'est europa: è difficile infatti trovare capi Made In Engand, molto più probabile imbattersi in made in Hungary o made in Cezch Republic, il che cmque non intacca minimamente la qualità e/o l'originalità di ciò che state comperando.


Stile è inconfondibile, mix ineguagliabile di classe, casualismo ed eleganza, Burberry si distingue non solo per la celebre stampa tartan, ma anche per i dettagli e i piccoli elementi che rendono il brand un must in tutto il pianeta!

Add: 29-53 Chatham Place, London E9 6LP
Tel: +44 (0)2089853344
Web: http://uk.burberry.com/store/
Open: 10am - 6pm (Mon - Sat), 11am - 5pm (Sun)
Transp:  Tube station Bethnal Green (Central line) + 15 min walking / Hackney Railway Station + 5 min walking

giovedì 22 dicembre 2011

COCKNEY PEOPLE - Bobby Moore

BOBBY MOORE VE LO RACCONTIAMO COSI'...

L’albergo, di un lusso quasi fastidioso, è un’oasi in quel paese nel quale l’odore di marcio e di povertà non ti dà tregua.

Nella Hall, un incubo di marmi lucidi a specchio su cui si affacciano negozi di souvenir di ogni tipo, c’è perfino una gioielleria.
Si chiama “Fuoco Verde”, dentro vi sono una commessa nervosa ed il titolare, un signore serio dai lineamenti tesi, con baffetti sottili e curati come di solito li portano i militari.
I calciatori inglesi, ragazzi atletici che indossano i pantaloni della tuta e t-shirt bianche, sono fra i pochi europei di passaggio in quella Bogotà calda e umida e ingannano il tempo e la noia passeggiando a coppie, o a terzetti, nellaHall.
Ridono, sbadigliano, entrano ed escono dai negozi, firmano qualche autografo ai rarissimi connazionali; la gente del posto li ignora o li guarda con un misto di curiosità e rabbia.
Quando uno di loro esce dal “Fuoco Verde”, la gioielleria in cui stava curiosando con le mani in tasca, una guardia gli si avvicina.
Mentre la commessa nervosa, abbandonato il banco, lo sta seguendo silenziosa, qualcuno lo indica ad un’altra guardia.
Assieme al collega, che sembrava aspettarlo, quest’ultimo si avvicina al calciatore inglese che passeggia distratto e sorridente.
E’ un atleta ben proporzionato, la faccia larga ed elegante, i capelli biondi sono ondulati, ma in ordine, con un taglio corto che lascia scoperta una fronte alta sopra due occhi intelligenti e azzurri. 
Adesso si è avvicinato anche il titolare della gioielleria, lui e la commessa parlano in spagnolo con le due guardie, senza guardare il calciatore che ora li osserva divertito.
La ragazza appare sempre più nervosa, tiene gli occhi bassi, parla a scatti, indica qualcosa.
Il calciatore inglese sembra non capire, poi qualcuno gli chiede di mostrare il contenuto di una shop-bagdell’aeroporto che porta a tracolla.
Una guardia la apre, ma non trova nulla, anche l’altra, la svuota come cercasse qualcosa di preciso. 
Una delle due guardie farfuglia qualche scusa in un inglese incomprensibile, ma sembra stizzito e sorpreso, più che dispiaciuto ed imbarazzato, l’altra, in silenzio, rimette nella borsa qualche souvenir e dei prodotti da “DutyFree”.
L’incidente, spiacevole, sembra ricomposto.
Ma non è finita.
Un paio di giorni dopo, l’Inghilterra per abituarsi a giocare in altura vola alla volta di Quito dove deve affrontare l’Ecuador.
Se i calciatori inglesi avessero conosciuto lo spagnolo, avrebbero letto quel giorno sui quotidiani che offriva loro una sorridente hostess, i titoli che annunciavano il “furto di un braccialetto tempestato di diamanti” dalla vetrina del “Fuoco Verde”.
Qualche giorno dopo, l’aereo che porta la nazionale inglese da Quito a Città del Messico, fa nuovamente scalo aBogotà.
I calciatori scendono a terra per sgranchirsi le gambe e Bobby Moore viene avvicinato da due poliziotti in borghese e da altri in divisa e dichiarato in arresto; un venditore ambulante e la commessa nervosa lo hanno accusato del furto di quel braccialetto.
Mentre qualcuno della comitiva inglese fa per avvicinarsi, le guardie sfoderano gli sfollagente, poi fra le voci alterate degli astanti, dei curiosi e degli altri calciatori inglesi, il capitano della Nazionale Campione del Mondo in carica, Bobby Moore, l’uomo che da solo rappresenta il calcio inglese, viene portato via.
Non protesta, appare sorpreso, mentre lo spintonano il suo volto perde quell’espressione calma e serena cui ha abituato il mondo.
La sua fama gli evita il carcere: viene “consegnato” ad un facoltoso imprenditore locale, appassionato sportivo, che garantisce per lui. 
Verrà rilasciato il giorno dopo per diretta intercessione del premier inglese, Sir Harold Wilson, ed un membro del Parlamento dichiarerà :-“Avrebbero potuto fare un affronto più grosso all’Inghilterra, solo arrestando la Regina Elisabetta !”-

Non esagerava.
Quel giorno del maggio 1970Bobby Moore, capitano della Nazionale inglese e del West Ham è il calciatore più popolare della vecchia Europa.

La sua fama, il suo prestigio, il suo carisma ed il suo stile non hanno avuto paragoni al  Mondo, almeno inquell’ultimo lustro .
Non per nulla, con la farsa dell’arresto per furto, i colombiani hanno cercato di colpire lui come simbolo del calcio europeo.

Perché Bobby Moore è davvero un simbolo per il calcio europeo di quegli anni.

Ha appena compiuto 29 anni e gioca da sempre in una squadra, il West Ham, tutto sommato secondaria nel panorama calcistico inglese dominato dal Manchester United e dal Liverpool.
Eppure è indiscutibilmente il personaggio più famoso dello sport britannico ed è capitano, altrettanto indiscusso ed indiscutibile, della Nazionale inglese, nonostante abbia diversi anni meno di Bobby Charlton.
Gioca in un ruolo, quello di difensore centrale, storicamente penalizzante per la costruzione di un personaggio calcistico, ma la sua interpretazione di quel ruolo è talmente completa e diversa dagli stereotipi dell’epoca da portarlo in una dimensione tutta sua e sua soltanto.
La sua carriera è brillante, tenuto conto della maglia che indossa: a ventitré anni vince la FA Cup.
E’ il maggio 1964, comincia la parte migliore della sua carriera.
Nel 1965 vince anche la Coppa della Coppe, poi disputa il Charity Shield contro il Liverpool, e, nel 1966, diventa Campione del Mondo contro la Germania e sfiora la Coppa di Lega perduta nella doppia sfida con il WestBromwich Albion.

In questi anni il suo nome si lega indissolubilmente a quello di Wembley: è in quello stadio monumentale, come la sua interpretazione di quel ruolo un tempo solo difensivo, che coglie i suoi più grandi successi : la FA Cup, la Coppa delle Coppe e la Coppa Rimet.
In campo è impeccabile.

Correttissimo, è un difensore come non se ne sono mai visti : non butta mai via un pallone, imposta, guida la squadra come se questa gli obbedisse attraverso briglie invisibili.
Anticipa di un lustro il ruolo di “libero moderno” che consegnerà Beckenbauer alla leggenda, ma del suo rivale tedesco è decisamente più forte nella fase difensiva.
Imbattibile nei contrasti, capace di leggere le trame offensive degli avversari con largo anticipo e di intercettare il pallone là dove solo lui sa prevedere che finirà per passare, è un autentico regista difensivo.
La sua visione di gioco è sopraffina, quasi soprannaturale, la sua intesa con certi compagni addirittura incredibile.
Nella finale mondiale contro la Germania, con i tedeschi in vantaggio per 1-0, avanza a calciare una punizione dalla tre quarti.
Quando parte il tiro, il pallone è indirizzato in una parte dell’area che appare deserta di maglie inglesi, su quella parabola arriverà tuttavia a  colpire il pallone, in perfetta solitudine, Geoff Hurst il suo compagno di club nel WestHam.
Bobby Moore, e solo lui, aveva capito che il compagno, per liberarsi della marcatura ossessiva dei difensori avversari, avrebbe scelto di percorrere quell’impensabile arco di cerchio che lo avrebbe portato all’appuntamento col pallone del pareggio.
In una carriera così grandiosa, quell’episodio triste di Bogotà è stata una macchia sul suo personaggio solo per un breve periodo e solo per una trascurabile porzione dell’opinione pubblica. 
Per tutti Bobby Moore è rimasto, e rimarrà sempre, “il capitano”; la sua immagine sarà per sempre quella in cui, sulle spalle dei compagni festanti, alza la Coppa Rimet.
Anche il mondo del calcio gli riconosce questa supremazia di stile  : nel 1966 finisce al quarto posto nella classifica del Pallone d’Oro, nel 1970, l’anno del fattaccio di Bogotà, arriva addirittura secondo, dietro al soloMuller.
Paradossalmente questo riconoscimento arriva non certo nel suo anno migliore, ma ha il sapore di un risarcimento per quell’immagine immacolata lordata da quell’odioso sospetto.

Anche nel declino è grande.

In Nazionale chiude una carriera che non ha in pratica paragoni disputando le ultime gare della sua inimitabile parabola agonistica contro la Nazionale azzurra.
A Torino, nella prima sconfitta dell’Inghilterra contro l’Italia, Moore è ancora un condottiero indomabile, ma sul primo gol azzurro la palla gli passa beffardamente fra le gambe sulla linea di porta.
A settembre matura l’eliminazione della nazionale inglese dai Mondiali di Germania a favore della fresca Polonia eMoore, sfumata la possibilità di disputare il terzo Mondiale e abbandonata la panchina dei “leoni” da parte del suo mentore Alf Ramsey, decide di non vestire più la maglia della Nazionale. 
A soli 32 anni, per un difensore centrale negli anni ’70 un’età addirittura giovanile, Bobby Moore si ferma a 108 presenze, “caps” come li chiamano in Inghilterra.
Il suo record di presenze resta, con le dovute proporzioni fra i calendari internazionali odierni e quelli dell’epoca, il miglior commento alla sua carriera internazionale anche se ormai è stato superato da molti calciatori nel mondo e da Peter Shilton in Inghilterra.
Tuttavia Moore detiene ancora un record difficilmente battibile: dal 20 maggio 1962 al 14 giugno 1973, ha giocato 107 gare internazionali consecutive indossando per 90 volte la fascia di capitano.      
Lasciato il West Ham dopo tantissimi anni, si accasa al Fulham United che guida, nel 1975, ormai trentaquattrenne, a disputare la finale della FA Cup, proprio contro la sua vecchia squadra.
Il West Ham, quel pomeriggio di maggio, vince la Coppa, ma, alla fine, l’applauso più lungo e struggente è quello per “il capitano” che con quella partita dà il suo addio al grande calcio.
Quando lascia il calcio inglese per una breve avventura negli Stati Uniti, ha disputato 792 incontri, di cui 668 in campionato e 51 in FA Cup, con le maglie di West Ham e Fulham in diciassette anni di carriera professionistica.
Il suo record di presenze con il West Ham, 642 gare, resiste ancora e chissà per quanto resterà inavvicinabile.
Nel 1993, a soli cinquantadue anni, Bobby Moore, “il capitano”, darà l’addio prematuramente anche alla vita.
Stroncato da un male incurabile, lascia in tutti coloro che l’hanno visto calcare il terreno di gioco un ricordo struggente ed indelebile.
Emblematiche le parole che un commosso Pelè pronuncia commentando la notizia della scomparsa  di BobbyMoore :- “Era un mio amico, ed è stato il miglior difensore contro il quale abbia mai giocato in tutta la mia carriera. Il mondo ha perduto un grandissimo calciatore, ma soprattutto un gentiluomo…”

La storia di Bogotà, non è mai stata chiarita.
Io ho dato credito all’ipotesi del complotto per screditare gli inglesi, 
molto poco benvoluti in Sudamerica.
In effetti, quattro anni prima nei Mondiali disputati in Inghilterra, Brasile, e, soprattutto,Uruguay e Argentina avevano avuto modo di lamentarsi del trattamento subito da parte degli inglesi ad ogni livello: dagli arbitraggi, alla stampa,all’opinione pubblica.
Questo episodio, che all’epoca ebbe un’eco senza precedenti, fu poi seguito da un epilogo in sordina.
Il capitano della nazionale inglese non fu mai ufficialmente scagionato dall’accusa, ma solo rilasciato “
in attesa di testimonianze attendibili”.
Che naturalmente non arrivarono mai.
Anni dopo, lo stesso 
Moore raccontò che l’avvocato del gioielliere, personaggio in odore di mafia e contrabbando di pietre preziose, gli aveva proposto di accomodare la cosa “acquistando” il braccialetto per la cifra di trenta milioni di lire dell’epoca. Ma “il capitano”, come sempre nella sua carriera, non scese a compromessi.
A ripensarci per chi era bambino a quel tempo, per chi ha visto giocare 
Bobby Moore , e lo ha visto con gli occhi da bambino non è neppure importante la storia di quella collana perché davvero, come ha scritto Hermann Melville:- “I capitani non infrangono la legge.Essi sono la legge.”-
(da http://www.postadelgufo.it/campioni/moore.html)

mercoledì 21 dicembre 2011

VANTRA - Eco cousine and bar

Mangiare VEGAN nel centro di londra non è un utopia, anzi! Per chi ha una certa fretta e non vuol spendere troppo, questo è l'indirizzo migliore. Parola della nostra amica Paoletta.

VANTRA è stata una piacevolissima scoperta della mia ultima visita a Londra. Nel pieno centro della city (a Soho x esser precisi) troviamo questo cafè/bar con un buffet ricco e vario, ideale per chi si vuole sfamare e non ha troppo tempo. Ambiente smart e abbastanza minimal, prodotti freschi, vasta scelta di cibo e soprattutto grande attenzione x gli ingredienti. E' possibile consumare in loco (su grossi tavoloni in legno e sgabelli non troppo comodi), o portare via il cibo. Il personale è gentile e disponibile per le info, a meno che non arriviate nell'ora di punta di un giorno feriale, quando il locale è pieno raso. Vari tipi di insalate, ottime ricette a base di legumi e un seitan da urlo sono le portate che vi consiglio maggiormente. Ottime le bevande organiche e i succhi frutta. Non male il tofu, anche se non è tra le portate migliori.
Per una pausa VEGAN è il posto più adatto!

Type: Vegan
Add: 11-13 Soho Street, W1D 3DJ, London
Price: £££££
Transp: Tube Piccadilly Circus (Piccadilly line)
Tel: +44(0) 20 728 76060
Web: http://www.vantra.co.uk/

martedì 20 dicembre 2011

WORLD'S END + UNDERWORLD - La combo de la muerte a CAMDEN

Il WORLD'S END è una vera istituzione a CAMDEN TOWN. L'UNDERWORLD, se possibile, ancora di più! Un pub storico dove bere serie infinite di pints + un live club dove sentire dell'ottime musica "alternativa" di quella che piace a noi... Quindi vi cosiglio una bella scarica di pintelle al piano di sopra e poi pogo e stage diving nel sotterranneo... serve altro?!?
Al 174 di Camden High Street si trova uno dei pub più grandi e caotici di tutto il quartiere. Il locale è enorme (non intendo grandicello, intendo proprio ENORME)con una ambientazione che ricorda una stazione ferroviaria dei primi del 900 (non escluderei che una volta lo era davvero).  Ai lati del lunghissimo bancone, troviamo comodi sgabelli e divanetti per lo svaporo, rivolti verso un megaschermo sul quale proiettano le partite. I muri sono belli spartani, con un tot di insegne d'epoca. In alto, una balconata raggiungibile con una scala a chiocciola, sovrasta il locale e ospita alcuni tavoli, dai quali sa ha una bella panoramica del pub. Durante il giorno il pub è piuttosto tranquillo, ma la sera si trasforma in un locale caotico, chiassoso e affollatissimo, nel quale vi consigliamo di andare solo se avete voglia di far festa (non è certo il pub per una tranquilla pint session + chiacchiere). Ci sono, oltre alla zona bar vera e propria, varie salette separate e altri piccoli banconi che servono solo birra, ma anche lì la sera lo spazio, seppur ampio, non basta mai! Il WORLD'S END offre una buona selezione di birre, soprattutto lagers e ales e qualche scura + due tipi di sidro. I prezzi sono nella media londinese. Non ho assaggiato cibo ma ho visto che sul menù hanno i "classici": fish&chips, hamburgers, anelli di cipolla fritti. Una nota doverosa: i cessi sono tremendi!
Passiamo al secondo capitolo: la musica! Questo è il locale ideale, per chi ama il Metal, il Punk, il Dark, il Grunge, l'Hardcore e tutti i generi di nicchia è l'ideale... Volume alto, bassi a palla, buona selezione di songs! 
E a proposito di musica alternativa: il pub ha anche una zona sottostante, (difficile da scovare dall'interno, più accessibile direttamente dalla strada) dove si trova l'UNDERWORLD, un night club che ospita parecchi gruppi dal vivo, (quasi UN LIVE tutte le sere), sempre in genere Metal, Punk, hc e affini. 
Il mio consiglio è quello di andarci ad occhi chiusi, visto che il livello delle band è sempre piuttosto alto, ma se volete sapere cosa vi aspetta quella sera, date un occhio al programma dettagliato dei live sul sito http://www.theunderworldcamden.co.uk/...
...ROCK ON!!!!


Add: 174 Camden High Street - Camden Town - SW1 0NE London
Tel: +44(0) 2074 821 932
Transp: Tube CAMDEN TOWN (Northern Line)
Web: http://www.theunderworldcamden.co.uk/http://www.theworldsend.co.uk/
Open: pub mon/sun 11:00 - 23:00 / live club 6:30pm till the end of the show

GOOD TIMES TATTOO

(La sala d'attesa dello studio)
In un blog/guida come il nostro, non possono di certo mancare i posti x tatuarsi. Oggi vi parliamo del GOOD TIMES TATTOO di Shoreditch, professionalissimo e conosciuto in tutta la città, salito alla ribalta internazionale anche grazie alla partecipazione di NIKOLE LOWE (la proprietaria, nonchè una delle "firme" più autorevoli dello studio) al programma televisivo dedicato ai tattoo, intitolato LONDON INK.
Se decidete che è ora di un tatuaggio "made in london" questo è uno degli studi che più vi consigliamo!
Nel pieno di Shoreditch, cuore pulsante della londra alternativa ed un po' freak, troviamo il GOOD TIMES TATTOO, uno studio super
professionale, luminoso, pulito, accogliente e stilosissimo! Ad "incidere" sulle pelli dei clienti, alcuni dei nomi più in vista del tatuaggio anglosassone, come NIKOLE LOWE, DANNY KELLY, SAIRA HUNJAN e MILES MONAGHAN. La qualità del lavoro e la pulizia sono assicurati, la professionalità dal momento della prenotazione, alla fine del tatuaggio anche. I prezzi sono un po' saliti negli ultimi tempi a causa della partecipazione di Nikole al noto show televisivo LONDON INK, ma vi possiamo assicurare che la qualità dei tattoo vi lascerà a bocca aperta. Tra gli stili meglio eseguiti nello studio: gaipponesi, tribali, traditional, realistici, chicani


Add: 147 Courtain Road Shoreditch EC2A 3QE (first floor)
Tel: +44 (0) 20 7739 2438
Open: Monday to Saturday 12-7pm
Web: http://ilovegoodtimes.co.uk/

(Nikole Lowe)

lunedì 19 dicembre 2011

LONDON CHRISTMAS SHOPPING

A fare di Londra una delle città più visitate al mondo è anche il magico binomio Shopping-Londra che la recente crisi economica ha scalfito solo in parte: la nostra amica Elisa, ci ha inviato questo bell'articolo con preziosi consigli su come muoversi tra le vie londinesi x gli acquisti natalizi...


Come poche altre città Londra è davvero in grado di soddisfare un pò tutti i gusti ed esigenze in fatto di moda e di shopping. La zona più popolare è quella di Oxford Street e Regent Street, sede dei grandi magazzini Selfrigdes, del famoso negozio di giocattoli Hamleys e della maggior parte delle più grandi catene di abbigliamento come l'inglese French Connection e l'americana Gap, ma con oltre 30.000 negozi, mercati e mercatini è difficile individuare a Londra un'unica zona per fare acquisti.
Se ad esempio volete visitare i negozi degli stilisti più esclusivi dovrete dirigervi verso i quartieri di Mayfair e Knightbridge dove troverete l'inglese Stella McCartney ma anche l'italiano Ermanno Scervino oltre ai soliti Chanel, Prada e Marc Jacobs.
Tornando al West End c'è Miss Lana per le ragazze, Gary Holder per gioielli di design in argento e pietre semi-preziose, borse e cinture fatte a mano. Per gli amanti delle scarpe eccentriche l'indirizzo giusto è Irregular Choice nella celebre Carnaby Street, mentre chi è caccia di pezzi delle collezioni dei fashion designer più all'avanguardia deve fare un salto da The Convenience Store, a Westbourne Park.
Degni di nota sono anche le zone di Notting Hill e Chelsea, dove troverete boutiques esclusive ma un po' “appartate”, difficili da trovare se non si conosce bene la città, mentre una notevole sintesi può essere trovata da Westfield che con 250 negozi, 50 ristoranti, un cinema con 14 sale è su 50 mila metri quadrati di superficie il più grande centro commerciale d'Europa.
Natale a Londra non è solo saldi e shopping ma una vera emozione da vivere nella capitale che per l'occasione si fa ancora più bella tra le luci delle vetrine e delle strade addobbate, le sue tante piste per pattinare sul ghiaccio, i mercatini, i musicals del West End ed i monumenti di sempre avvolti però nella magica atmosfera che a Natale rende tutto ancora più suggestivo.
E' però proprio il 25 dicembre ad essere piuttosto carente di opportunità: il giorno di Natale infatti negozi e mercatini, musei e chiese sono chiusi, i trasporti pubblici sono fermi e gli operatori che restano attivi, pochi ristoranti e pochi taxi, lavorano a tariffe spesso doppie rispetto ai giorni ordinari, lasciando i tanti turisti un po' in... difficoltà.

domenica 18 dicembre 2011

TATE - punto di riferimento x l'arte moderna!

Il nome Tate Gallery include 4 musei diversi: la Tate Modern e la Tate Britain a Londra, la
Tate Liverpool nella città dei Beatles, e la Tate St. Ives in Cornovaglia. 
Qui parliamo della Tate Modern, volto affascinante dell’arte moderna internazionale dal 1900 fino ad ora. Sono quattro le sezioni tematiche di questa splendida galleria d’arte che racchiude una delle collezioni più all’avanguardia del mondo con opere di Picasso, Matisse, Dalì e Warhol. E’ un’opera d’arte anche la sede della Tate Modern, una centrale elettrica in disuso sulle rive del Tamigi, restaurata da due architetti svizzeri che hanno saputo conservare il suo fascino originale non modificandone di molto la struttura.** Fino al 1981 la centrale era funzionante, ma a partire dal 2000 i cavi e la corrente hanno fatto spazio alle opere d’arte contemporanea. Affascinante l’ingresso al museo, che avviene attraverso la vecchia sala macchine. Nei cinque piani della Tate Modern si susseguono esposizioni permanenti, mostre temporanee, bar ed auditorium. Da non perdere un giro all’ultimo piano, dove si apre un’immensa galleria di vetrate che ospita un ristorante con magnifico panorama su Londra.
Add: Sumner Street, Bankside, London SE1 9TG, Regno Unito
Web: http://www.tate.org.uk/

lunedì 12 dicembre 2011

BANKSY - london street art at its best!


Un vandalo che «vuole fare il mondo più bello»: così si definisce Banksy, il writer più famoso di tutti i tempi (capace di lasciare i suoi trompe l' oeil persino sul Muro di separazione israeliano). Di lui non si conosce il volto, ma intanto arriva comunque la sua biografia ufficiale firmata da Sabina De Gregori (Castelvecchi, pp. 254, 25). Emblematico il titolo: «Banksy il terrorista dell' arte». Londra può tranquillamente essere definita la GALLERIA A CIELO APERTO di questo artista... scopriamo dove e come!
Londra è città dei graffiti, degli scarabocchi, dell'arte, ma quando il tutto si mescola insieme allora siamo davanti a un capolavoro di Banksy. I muri dei palazzi di LONDRA sono pieni di stencil dell'artista, che si nasconde alla luce del giorno per portare avanti la propria guerrilla art, mandando dei messaggi forti contro le multinazionali, le istituzioni, la guerra. Banksy è pacifista ed esprime la propria concezione dell'arte che è libera da schemi preconfezionati, dal mondo dei critici dell'arte, da chi delibera che un'opera può essere famosa o meno.
BANKSY si rivolge al pubblico degli anonimi che passeggiano per caso nella città, il suo pubblico è formato da cittadini, turisti, la sua arte è per tutti. Un muro è il luogo ideale in cui esporre un proprio pensiero, la propra ribellione contro le convenzioni. E anche l'artista stesso rifugge la fama: nessuno conosce la sua vera identità, il suo volto, la sua voce, opera di notte quando la città dorme e occhi indiscreti non guardano. Talvolta si maschera da pensionato o da turista ed entra nei musei famosi e mentre le guardie sono distratte appende i propri quadri con cartelli esplicativi annessi, come per dire che è il pubblico a determinare la fama e non i potenti, che dietro la cultura ci dovrebbe essere libertà.

Per questa ragione è la strada il luogo prediletto di 
Banksy e i suoi soggetti per eccellenza sono i topi, o meglio i rat (anagramma di art), o le guardie della regina che urinano sui muri, i poliziotti che sniffano per strada, i bambini che giocano. Le sue opere si integrano perfettamente all'ambiente circostante, sono studiati, l'artista va a riempire dei vuoti creando degli squarci, dilata lo spazio mediante trompe l'oil, crea tridimensionalità. La street art di Banksy si caratterizza per l'effetto sfumato, il più delle volte in bianco e nero, con dei leggeri accenni al colore.
L'artista ha cominciato ad operare sin dagli anni 80 prevalentemente a Bristol, città dove si pensa sia nato, firmandosi in principio come Kato e Tes. Riconosciuto successivamente dal mondo dell'arte ha anche dipinto un grande graffito sul muro di Gaza, e nel 2006 ha divulgato cd copie di Paris Hilton, con immagini di lei con la faccia da cane. La fama connessa alla sua firma si è diffusa così tanto nel mondo che una casa la cui facciata abbia un Banksy vale tantissimo, e il che non è difficile a Londra. Camminando per i canali che conducono a Camden ci si può imbattere per esempio nel Wallpaper hanger o nel Fishing Boy, in Old Street in We will win o in Rat Bridge.
Per tutti coloro che vogliono conoscere la street art di Banksy a Londra esiste un percorso che è ampiamente spiegato nel libro Banksy Locations and Tours book di Martin Bull e conta di tre tour principali: