martedì 28 febbraio 2012

The Muffin Man Tea Shop - dolce pausetta...

Questo localino é una vera chicca: arredamento un po' retró, atmosfera familiare e la luce che entra dalle vetrate scaldando tutto l'ambiente, rendendono il Muffin Man Tea Shop un posto adorabile .
Questo piccolo cafè, situato a pochi passi da High Street Kensington offre
 ottimi sandwich,panini e una discreta varietà di muffin e cupcake. Serve colazione e pranzo, con un menù classico: dal semplice tè con scones, crema e marmellata (delizioso) alla colazione all'inglese completa (uova strapazzate, pancetta,funghi e tutto il resto), compresi i succhi di frutta spremuti al momento. Una delizia.
Il menu è ricco e si può scegliere tra tantissime combinazioni (toast, panini, cereali, croissant, torte, omelette ecc). I posti a sedere sono limitati e un po' stretti, ma è anche questo che contribuisce a rendere speciale l'atmosfera. I prezzi sono ragionevoli (non si accettano carte di credito).
Add: 12 Wrights Lane - London W8 6TA
Price: £££££Transp: Tube Station High Street Kensington
Tel: +44(0)20 79376 652
Web: http://teaforyouandme.wordpress.com/2010/10/10/the-muffin-man-tea-shop/

lunedì 27 febbraio 2012

ARCOLA THEATRE - Alternative culture


Situato nel cuore di dalston, l'Arcola Theatre e' diventato in un lasso di tempo relativamente breve uno dei punti di riferimento nel panorama artistico di East London. Fondato nel 2000 da Mehmet Ergen, il teatro ha di recente spostato la sua sede dall'originaria Arcola Street in Ashwin Street: da una vecchia fabbrica di tessuti a una vecchia fabbrica di vernici. Le due sale del teatro sono praticamente sotterranee e ancora mantengono ben visibile il passato industriale dell'edificio. La sala principale, che puo' ospitare un centianio di persone, ha i mattoni ben a vista e le travi portanti della struttura fanno parte integrante del palco.

Il progarmma artistico e' decisamente variegato e alternativo: grande spazio viene dato a giovani compagnie e gli spettacoli spesso riflettono l'incredibile varieta' multietncia del quartiere. Grande rilevanza viene ad esempio data alla cultura Turca con spettacoli in lingua e speciali workshop. Altri lati positivi: lezioni di teatro gratis per ultrasessantenni residenti ad Hakcney e spettacoli a offerta libera il martedi sera (biglietti limitati).

Add: 24 Ashwin Street - Dalston, London E8 3DL
Web: http://www.arcolatheatre.com/

domenica 26 febbraio 2012

FOOTBALL IN LONDON - CHELSEA

La squadra : il Chelsea fondato nel 1905, è il club londinese che vanta, insieme al Tottenham, il maggior numero di successi a livello internazionale. Ha conosciuto due grandi epoche di vittorie: la prima dagli anni sessanta ai primi anni settanta e la seconda dalla fine degli anni novanta ai giorni nostri. Nella bacheca di Stamford figurano quattro titoli inglesi, sei FA Cup, quattro Coppe di Lega, due Coppe delle Coppe e una Supercoppa europea e un platonico secondo posto in Champions League.
A dispetto del nome, il Chelsea FC non ha sede nell'omonimo quartiere di Londra, ma nel vicino borough of Hammersmith and Fulham, zona residenziale ben tenuta e ben frequentata. Il completo tradizionale dei Blues (soprannome di squadra e tifosi) è composto da maglia blu reale, pantaloncini blu e calzettoni bianchi e nello stemma del club è rappresentato un leone cerimoniale con un bastone, che nel 2005 ha subito un restyling.

Hooligans : storicamente considerata la squadra della Londra Bene per via della sua posizione geografica, il Chelsea ha da sempre uno zoccolo duro e attivo di hooligans violenti. La Firm più conosciuta e temuta sono gli HEADHUNTERS (cacciatori di teste), nei quali hanno militato e militano tutt’ora, alcuni tra i Top Boys più noti di Inghilterra, come Steven Hickmott, Jason Marriner, Andrew “nightmare” Frame e Martin King. Nel 1999 un documentario del giornalista DONALD MC INTYRE, girato per la BBC, riprese dettagliatamente il modus operandi di Jason e Andy, a capo del gruppo in quegli anni. L’operazione denominata “own goal”, che seguì quel video, tagliò le gambe alla frangia più estrema del tifo dei blues, ma fu in parte anche un “buona pubblicità” per Jason Marriner & co.
Le rivalità più accese sono Tottenham, Millwall, West Ham, Leeds e Leicester, mentre per questioni politico/sociali (la frangia più tumultuosa dei Blues è storicamente legata all’ estrema destra lealista) esistono ottimi rapporti con gli scozzesi dei Glasgow Rangers, i Laziali e i nord irlandesi del Linfield.
Tra i tantissimi libri che hanno narrato le gesta degli HEADHUNTERS, consigliamo “Hoolifan” di Martin King & Martin Knight, “Armed for the match” di Colin Ward con il contributo di Hickmott e White Riot di Nick Lowles; interessantissima, sempre in ambito Chelsea ma non solo, la trilogia di John King (Fedeli alla tribù, Cacciatori di Teste e Fuori Casa).

(Andrew Frame & Jason Marriner)
Andare a vedere il Chelsea : Se decidete di andare a vedere il Chelsea, muovetevi quanto prima per i biglietti, visto che, la recente ascesa del Club ai vertici del calcio europeo, ha reso piuttosto difficile l’acquisto dei tickets. L’atmosfera dentro a Stamford Bridge non sarà più quella gloriosa e incandescente di qualche decennio fa, ma l’atmosfera, soprattutto nel pre partita intorno allo stadio, è ancora notevole.
Raggiungere lo stadio è molto semplice : la scelta più rapida è la metropolitana (district line), la stazione più vicina e’ Fulham Broadway, ma potete anche arrivarci in macchina seguendo la strada per Fulham Road a sud-est di Londra.
Il quartiere, molto bello ed elegante, offre una quantità non indifferente di pubs nei pressi dello Stamford Bridge. Tra quelli “sconsigliati” se non siete una faccia nota, spicca senza dubbio il Jolly Malster (17 Vanston Place - Fulham), mentre gli altri pubs “caldi” e decisamente “no away fans” sono, il Brogans (1 Fulham Broadway, London SW6 1AA), The Morrison (648 Kings Road, Fulham, London, SW6 2DU), JD Wetherspoons (Lloyd No1 Pub - 3 Fulham Broadway Retail Centre, London SW6 1BY), il Sofa So Bar (515 Fulham Road, Fulham, London SW6 1HD) e l’Imperial Arms (577 Kings Road, Fulham, London, SW6 2EH). 
Più tranquilli sono invece il Slug and Lettuce (474 Fulham Rd, London, SW6 1BY), The Blackbird  (209 Earl’s Court, London SW5 9AN).

Se siete amanti del calcio in quanto sport e non vi interessa l’ambiente delle gradinate, vi consigliamo una pinta di lager allo SHED BAR, lussuoso pub sotto la storica curva del Chelsea, tappezzato di foto e cimeli della squadra, seguito dal tour al MUSEO DEL CHELSEA, APERTO da lunedi' a domenica, dalle 10,30 alle 16,30.

(Stamford Bridge all'interno)

venerdì 24 febbraio 2012

Denmark Street - La via della musica a Londra!

Se già tutta la città parla di musica con la sua storia ed i suoi monumenti naturali (vedi strisce di Abbey RoadBattersea Power Station e altri scorci famosi grazie a copertine di album che hanno fatto la storia della musica) vi è un luogo, o meglio una strada dove se ne parla ancora di più, quella strada è Denmark Street. Benny ci porta alla scoperta di quello che è un must x tutti coloro che suonano...



Rose Morris, il più grande negozio musicale di Londra
Un negozio per ogni strumento musicale, il tempio delle chitarre vintage dove provare comodamente seduti su un divanetto squisitamente retrò esemplari da migliaia di sterline che solo a tenerli in mano tremano i polpastrelli o semplicemente spartiti e gadget originalissimi per musicisti e appassionati….senza dimenticare il negozio di strumenti musicali più grande di tutta Londra…questo e molto altro è Denmark Street. 



Il molto altro lo fa la gente, il personaggio più o meno noto che incontri nella hall del negozio mentre prova una chitarra o un pianoforte, il curioso acquirente appassionato che a dispetto della freddezza inglese intavola una conversazione musicale con voi ignari che state scegliendo il vostro spartito e via dicendo in un susseguirsi di scene di vita che solo in certi posti possono capitare.



Sax.co.uk, il paradiso dei sassofonisti....e non solo...subito a fianco, the Bass Cellar, tutto per i bassisti...!
Come arrivare: Io personalmente ho preferito fare una bellissima passeggiata nel quartiere di Soho, dato che attraversandolo tutto, con un’occhiata alle mappe che sono disseminate nel quartiere e indicano in maniera inequivocabilmente chiara la via, si arriva a Denmark street in pochi minuti e allo stesso tempo si osserva tutto il quartiere, vibrante esempio di una Londra spumeggiante ed artistica. Quindi da Piccadilly Circus o Oxford Street basta inserirsi in Soho ed è fatta.Se però siete più pigri, o avete visto Soho mille volte, o avete fretta di comprare uno strumento o per qualsiasi altra ragione al mondo non vi va di camminare allora scendete a Leicester Square, qualche metro e sulla destra si aprirà Denmark Street, o Tottenham Court Road, dalla parte opposta, ma sempre pochi metri (poi però sulla sinistra)niente di più facilmente raggiungibile, è una via molto centrale!

Qualche sito dei negozi più famosi:
http://www.angelmusicguitars.com/http://www.hanksguitarshop.com/ , il paradiso dei chitarristi acustici!http://www.vintageandrareguitars.com/sopra menzionato, dove almeno per qualche minuto avrete in mano la chitarra dei vostri sogni, e se poi avrete il portafoglio abbastanza pieno chissà che non possiate portarvela via, ma dubito che sareste su questo bolg…. http://www.myspace.com/thebasscellar qualcosa anche per i bassisti….in fondo non tutto ciò che è a corda è una chitarra…http://www.sax.co.uk/denmarkst.html tutto ma proprio tutto tutto tutto per il sassofonista, tenore, baritono, soprano e chi più ne ha più ne metta! Strumenti meravigliosi anche per me che sono una profana dei fiati!http://www.allinlondon.co.uk/directory/1092/10101.php microfoni, amplificatori, mixer, insomma PA Shop non deluderà i fonici, gli smanettoni e gli amanti della registrazione e diffusione audio in grande stile http://www.rosemorris.com/ per finire questo negozio,meno familiare ma molto più grande degli altri, che a Londra rappresenta il più grande negozio musicale dove anche i pianisti avranno il loro bel da fare provando delle meraviglie in esposizione o dove scegliere tra mille spartiti, o provare l’ennesima chitarra ecc ecc Inutile dire che ce ne sono molti altri da scoprire…..



In ultimo un consiglio su dove ascoltare buona musica in Denmark Street…il pub più piccolo di Londra, ma come abbiamo visto, qui è proprio il caso di dire che “le dimensioni non contano”…http://www.12barclub.com/the_club.html ogni sera live music, di alta qualità, di tutti i generi…forse più in là scriverò un post su dove ascoltare e cosa in London, ma non mi dilungo oltre per il momento…spero di aver già dato qualche info gradita…a presto!

giovedì 23 febbraio 2012

FAMILY BUSINESS TATTOO SHOP

Nel cuore di Londra (a due passi da King's Cross Road) troviamo uno degli studi di Tattoo più famosi della capitale britannica: il FAMILY BUSINESS TATTO SHOP.
Fondato nel 2003 da Mo Coppoletta, vanta una crescita esponenziale nel panorama della body art britannica e non solo, grazie all'estrema professionalità degli artisti che ci lavorano e alla grande disponibilità di tutto lo staff.
Lo studio è grande ed accogliente, con una quantità incredibile di quadretti ed icone sacre alle pareti ed una grossa vetrata su strada che illumina tutto l'ambiente. 11 gli artisti che lavorano nello shop (non contemporaneamente!), parecchi dei quali italiani: oltre a Mo infatti, tatuano nal Family Business Inma, Stuart Archibald, Andrea Giulimondi, Steve Vinal, Joao Bosco, Xam, Andrea Furci, Dom Holmes, Daniele Tonelli e Noon; undici mani differenti per soddisfare ogni richiesta ed esigenza di stile e disegno e venire incontro a tutte le volontà del cliente.
Lo studio è aperto tutti i giorni dalle 12:00 alle 19:00 e ci si tatua solo su appuntamento.
Sul sito (molto ben fatto) troverete il portfolio di tutti i tatuatori disponibili in studio!

Add: 58 Exmouth Market EC1R 4QE, London
Tel: +44 (0)20 7278 9526
Transp: Tube Station Angel / Farringdon or Bus 19 38 341

mercoledì 22 febbraio 2012

HERCULES PILLARS - Nice traditional pub in Holborn

A pochi passi dalla stazione di Holborn, sorgono "le colonne di ercole": pub elegante, pulito e ben gestito, in linea con la migliore tradizione britannica.
La scelta di birre è ampia e le classiche bitter e ale non sono sovrastate (come in molti casi) dalle più moderne lager di tutta Europa, ma trovano largo spazio nella proposta delle spine. 
Con 10 £ si ordinano un piatto tipico e una pinta chiara: oltre ai classici panini, insalate e hamburger (anche veg) vengono seriviti il classico fish&chips, pollo in salsa barbeque, bistecca e bangers & mash (una sorta di purè di patate con salsicce).
Trovandosi ad Holborn, il pub vive soprattutto grazie al dopolavoro. Fino a metà pomeriggio infatti è semideserto (fatta eccezione x i turisti a caccia di shopping in Covent Garden). Dopo le 17.00 si popola e la clientela è molto varia. 
Se chiedete la password allo staff, potrete usufruire del wi-fi gratuito e se siete amanti dello sport vi lascerete imbambolare dai megaschermi che poriettano calcio e rugby a go-go.
Un pub che ci sentiamo di consigliare se siete a far compere a Covent Garden, ma anche se volete iniziare la vostra serata con il piede giusto: la vastissima scelta di super alcolici infatti, può accendere subito la miccia...


Type: traditional
Add: 18 Great Queen Street - Holborn, London - WC2 5DG
Web: http://www.herculespillars.co.uk/
Tel: +44(0)20 7242 2818
Transp: Tube station HOLBORN



martedì 21 febbraio 2012

BUCHAN'S - 100% Scottish Style


La Scozia è un posto meraviglioso, dove l’ospitalità è qualcosa di indimenticabile. Le atmosfere delle terra di Highlander, rivivono in ogni angolo del mondo in cui gli scozzesi le ripropongono e questo Buchan's non fa eccezione. Situato nei pressi di Battersela park, troviamo questo ristorante, piuttosto formale e adatto più ad una serata particolare e carina che ad un pranzo veloce. Il ristorante-enoteca propone, tutti i piatti della cucina tradizionale scozzese affiancati da pietanze britanniche di ogni genere e da  alternative vegetariane piuttosto valide. La scelta per gli “onnivori” è obbligatoriamente l’ haggis, un insaccato bollito di interiora di pecora, macinate insieme cipolla, rognone, farina d’avena e spezie, ideale per chi ama i sapori forti. Meglio evitarlo se siete più delicati e buttarvi sull’ottimo salmone affumicato scozzese.
Immancabili al bancone, le spine di Tennent’s, Mcewans, St. Andrews ale e le altre birre scozzesi, oltre ad una accurata cantina di scotch wiskey.

Type: Scottish
Add: 62 Battersea Bridge Road SW 11 - LONDON
Price: £££££
Tel: +44 (0)20 7228 0888
Open: mon-sun till 10pm

lunedì 20 febbraio 2012

BEIGEL Brick Lane Bakery - Un must di Londra!


Certi posti a Londra sono un must e devono categoricamente essere provati: la Beigel Bakery di Bricklane è uno di questi.
Il baigel è un panino fatto a ciambella, di tradizione yiddish, servito con un ripieno a scelta, di manzo salato e mostarda oppure di burro e salmone.
Questi panini, serviti da dietro il bancone da quattro grassottelle donne cockney che lavorano a modi catena di montaggio, è ideale come spuntino veloce o come pasto (anche se per sentirsi sazi ne dovrete mangiare almeno un paio). Il posto, non esattamente principesco, arredato solamente da un bancone a muro e da una fila ininterrotta di clienti che consumano un baigel dietro l’altro (ne vengono sfornati 7.000 ogni notte!) è conosciuto in ogni parte della capitale, è finito su tutte le guide alternative e non ed è, senza ombra di dubbio uno di quei posti londinesi a cui siamo più affezionati e nel qual abbiamo passare lunghi momenti "post pub"...
Andateci per forza all'ora che volete, che ci entriate per cena o a tarda notte dopo il club, respirerete subito l’atmosfera più vera di Londra est.

Type: Take away
Add: 159 Brick Lane, London E1 6SB

Price: £££££
Open: 24h 7/7
Tel: +44 (0) 871 3328 040

martedì 14 febbraio 2012

Un londinese d'altri tempi: Charles Dickens e Londra

Il nostro amico Guglielmo Maggioni ci porta alla scoperta della mostra su Charles Dickens...


Due saranno quest'anno gli eventi che faranno, con tutta probabilità, del 2012 l'anno di Londra. In primavera si celebrerà il Giubileo di diamante, ovvero i sessant'anni sul trono della regina Elisabetta. Una commemorazione quasi eccezionale nella storia della monarchia e dell'intera storia inglese (l'ultima e unica altra volta accadde nel 1897, con la regina Vittoria) che culminerà con la più grande parata navale dei tempi moderni: oltre mille barche sul Tamigi, guidate da quella“reale” con Sua Maestà a bordo. Il tutto accompagnato, tra i tanti eventi collaterali, dal più affollato concerto rock di tutti i tempi davanti a Buckingham Palace (oltre cinquecentomila persone attese e, tra i nomi per ora confermati, Paul McCartney, Elton John, Tom Jones, Shirley Bassey, Annie Lennox e i Madness). In estate, tra la fine di luglio e la prima metà di agosto, Londra ospiterà quindi le Olimpiadi per la terza volta nella sua storia (dopo quelle del 1908 e del 1948), battendo ogni record e diventando così la prima città a in cui si terranno tre volte i giochi olimpici.

Ma a inaugurare quello che è già stato salutato come un vero e proprio annnus mirabilis per la capitale britannica è stato, il 7 febbraio, un anniversario. In particolare il bicentenario della nascita di uno dei più importanti narratori non solo dei suoi tempi e non solo inglese, Charles Dickens. Vera e propria gloria nazionale, fondatore del romanzo sociale e autore di capolavori come Le avventure di Oliver Twist (1837-1839), David Copperfield (1849-1850), Casa desolata (1852-1853), Grandi speranze (1860-1861) e del celebre Canto di natale (1843), Dickens rimane tra i più noti cantori della capitale britannica. Si vantava di essere il più grande conoscitore della città e oggi i suoi libri (con le sue dettagliate e suggestive descrizioni della vita quotidiana degli abitanti dell'epoca) vengono studiati da antropologi e linguisti per capire usi, costumi e lingua della working class londinese dell'epoca. Anche il web si è mobilitato per l'occasione: è stato infatti creato un sito ad hoc (http://www.dickens2012.org) e nella giornata del 7 febbraio un google doodle era dedicato proprio a lui, preceduto il giorno prima, giusto per la cronaca, da quello per François Truffaut. Per un breve ripasso, la Bbc ha inoltre realizzato un cortometraggio animato di poco più di quattro minuti in cui si ripercorre l'intera esistenza dello scrittore (visibile qui: http://www.ilpost.it/2012/02/07/la-vita-di-charles-dickens-animata-in-4-minuti).

Nato, appunto, nel 1812, e morto nel 1870, prima di essere sepolto nel celebre Poet's Corner della Westminster Abbey, Dickens è profondamente legato a Londra e alla sua storia (il titolo dell'ultima opera da lui pubblicata in vita, tra il 1864 e il 1865, Il nostro comune amico, si riferisce al Tamigi). Non è così un caso che proprio a Londra e proprio in questo periodo si svolge al Museum of London (splendido Museo, letteralmente circondato dai grandi palazzi vetrati della City) la mostra più importante dedicata allo scrittore in oltre quarant'anni (inaugurata il 9 dicembre dello scorso anno proseguirà fino al 10 giugno del 2012). Grazie a dipinti, disegni, stampe, ma anche oggetti o costumi d'epoca, e ovviamente manoscritti originali, si ripercorrono così i grandi temi e le atmosfere descritti e raccontate da Dickens nella sua vasta ed eccezionalmente prolifica (considerati anche gli anni d'attività) opera letteraria. Senza inoltre dimenticare la stessa vicenda personale dello scrittore, a partire da un'infanzia molto difficile in cui conoscerà il carcere e il lavoro in fabbrica: un'esperienza che avrà modo di rielaborare nella sua produzione letteraria, divenendone uno dei temi fondamentali. Proprio le devastanti descrizioni del lavoro minorile presenti nei suoi romanzi, furono infatti alla base di una legge, la Child Act nel 1868 (la letteratura può a volte cambiare il mondo...). Una storia che si intreccia con la Storia: attraverso la vita e l'opera di Dickens emergono infatti i grandi problemi del suo tempo come la povertà e le relative impressionanti condizioni di vita delle classi sociali più deboli a cui si legano vere e proprie piaghe sociali come la prostituzione o la mortalità infantile.
Ma si parlava di Londra. La mostra si intitola infatti Dickens and London. Il tema centrale dell'esposizione che si vuole approfondire e far emergere è quindi lo stretto rapporto che unisce Dickens alla città di Londra. Pur essendo nato a Portsmouth, cittadina situata sulla costa meridionale del paese, secondo di otto figli di una famiglia non certo agiata, il futuro scrittore si trasferisce a Camden Town, all'epoca uno dei quartieri più poveri della città, nel 1822. Da allora svilupperà un legame quasi viscerale con la capitale britannica, che appare evidente a chiunque legga una qualsiasi pagina di un suo romanzo e che lo spingerà anni dopo a dichiarare come non esista al mondo una persona che la conosca meglio. La sua era una conoscenza topografica, diretta, conquistata sul campo, verrebbe quasi da dire: camminando ore e ore per le strade e tra la gente. Simile in questo all'idea di flâneur che proprio nello stesso periodo veniva introdotto da Charles Baudelaire (e che quasi un secolo dopo dopo Walter Benjamin legherà indissolubilmente alla modernità), Dickens arriva a conoscere e ad amare la sua città, addentrandosi e vagando a lungo per le sue zone. E non solo, ovviamente, quelle ricche, residenziali o più commerciali. Ma si tratta di un uomo parecchio impegnato con una famiglia numerosa da mantenere, che dirige e collabora con giornali, viaggia moltissimo e che scrive per ore al giorno: dove trova il tempo per le sue lunghe passeggiate? Di notte. Lo scrittore soffre infatti di insonnia e, per combatterla, spesso cammina, girovagando per la città. Ha così modo di scoprire, e di descrivere poi, momenti e aspetti di Londra che pochi conoscono. Inediti e molto affascinanti. Una testimonianza di questa conoscenza è contenuta in un breve racconto intitolato, appunto, Passeggiate notturne, pubblicato nel 1860 sul periodico «All the Year Round» (fondato dallo stesso Dickens l'anno prima) e firmato col nome di Uncommercial Traveller (in contrapposizione al Commercial Traveller, ovvero il commesso viaggiatore che si sposta per motivi di lavoro).

E proprio su questo testo si basa The Houseless Shadow di William Raban, un videoartista e regista inglese attivo dai primi anni Settanta, i cui lavori sono principalemnte incentrati su Londra. L'opera è un cortometraggio di venti minuti che chiude idealmente la mostra di cui sopra e che da solo vale, come si dice, il prezzo del biglietto. L'idea è semplice. Mentre una voce narrante legge il racconto dickensiano, sullo schermo scorrono immagini della Londra notturna contemporanea, a illustrare il girovagare dello scrittore per la città addormentata. Così accompagniamo Dickens mentre attraversa il Waterloo Bridge o passa accanto alla prigione di Newgate per proseguire poi verso il mercato di Billinsgate nella City e oltrepassare il London Bridge in direzione di un'altra prigione e dell'ospedale di Bethlem. Si torna poi in centro: Westminster, l'House of Parliament e Westminster Abbey, la Chiesa di Saint Martin e infine Covent Garden. Dopo una breve sosta in un caffè e una tappa in una stazione ferroviaria, il giro termina e il narratore scrittore può far ritorno a casa e, forse, finalmente prendere sonno. L'aspetto affascinante e suggestivo del lavoro è dato dal contrasto tra immagine e parole. Le immagini a commento del testo sono infatti, come si è detto, contemporanee. Molti luoghi non esistono più (come la prigione di Newgate o l'ospedale di Bethlem), così come la stessa Londra di cui parla Dickens, eppure, quasi per magia, si crea ugualmente un inedito, ma profondo legame tra le riflessioni dello scrittore (questo vagare notturno gli dà infatti modo di descrivere la sensazione che chiama ”houselessness – da cui il titolo del film –, ma anche di affrontare temi come quello della condizione dell'uomo metropolitano) e la contemporaneità ripresa da Raban (spesso sono lunghe inquadrature fisse di luoghi): il fascino della Londra di notte è assolutamente inalterato. Ecco quindi crearsi davanti ai nostri occhi una fusione perfetta e molto suggestiva che, non solo non intacca, ma valorizza ancor più, se mai ce ne fosse bisogno, la modernità senza tempo della prosa di quell'immenso scrittore che è stato Dickens...
Giusto per incuriosire, qui un trailer del video: www.youtube.com/watch?v=SlPPgmPPE4c.



lunedì 13 febbraio 2012

AL WAHA - Best Libanese in London

(La sala principale del ristorante)
Al Waha significa "l'oasi," e a Londra, è davvero un'oasi che offre cibi eccellenti in uno dei quartieri più belli della città. Da Al Waha, troverete la miglior cucina libanese e tutte le specialità mediorientali preparate con cura, in un ambiente elegante ma dall'atmosfera rilassata, con un servizio attento e cibo di qualità straordinaria.


Da Al Waha le pietanze sono preparate al momento dell'ordine: ogni tipo di insalata, salsa e antipasto viene servita al vostro tavolo colma di aromi, con il gusto degli ingredienti freschi e dell'accurata preparazione che rappresenta il segno distintivo del ristorante.
Potreste iniziare il pranzo con uno dei numerosi e rinomati antipasti, stuzzichini e piccole portate assortite, tra cui olive appositamente preparate, importate da tutto il mondo, il falafel "leggero come l'aria" (un gustoso medaglione di ceci e fave), deliziosi sambousek (paste ripiene di spinaci, carne o formaggio), e le insalate più fresche. Il ristorante propone inoltre di pane appositamente fatto in casa.
Non perdetevi per nulla al mondo il famoso Al Waha hummus (una popolare salsa mediorientale a base di ceci e tahini/sesamo), descritta da vari autori di libri di cucina come "una rivelazione, dall'aroma innegabilmente ricco... morbido come la seta... e a cui è impossibile resistere."


Le celebri entree di Al Waha, includono una scelta di carni delicatamente marinate e ai ferri, carne bianca e frutti di mare, verdure ripiene, kebab, piatti di riso, ed altre specialità libanesi, preparate al momento al forno o ai ferri dal personale del restaurant.
Se siete vegetariani, o se state seguendo una salubre "Dieta mediterranea", sarete lieti di scoprire che Al Waha offre una vasta scelta di deliziosi antipasti ed entree, preparati utilizzando verdure di stagione, spezie, legumi e aromi. La cucina libanese comprende molti squisiti piatti vegani e vegetariani e l' enfasi nell'utilizzo degli ingredienti più freschi e dei metodi di preparazione con griglia e cottura al forno invece della frittura, rendono i pranzi da Al Waha non solo deliziosi ma sani! Molti piatti di Al Waha non contengono glutine. 


Una nota di merito x i camerieri che con pazienza e dedizione, potranno aiutarvi a scegliere il piatto che si addice alla perfezione ai vostri gusti.
Non dimenticate di concludere il pasto con uno degli ottimi dolci, tra i quali il nostro artiginale baklawa, paste con miele e noci.
Tra le bevande: vasta scelta di vini libanesi di prima classe, un intero bar dove vengono serviti cocktail, birra, soft drink e succhi di frutta, oltre a caffè preparati artigianalmente.


Siamo certi che concorderete con il rinomato critico di cucina Matthew Fort, del quotidiano "Guardian", che ha detto dell'Al Waha:
"Ogni piatto portava con sé un autentico marchio di vera cucina mediorientale: spezie vivaci, erbe dal canto melodioso, sapori sfavillanti, salute e felicità in ogni boccone..."


Type: Libanese
Add: 75 Westbourne Grove, Londra W2 4UL
Price: £££££
Tel: +44 (0)20 7229 0806
Transp: Tube stations - Bayswater, Royal Oak e Queensway
Web: http://www.alwaharestaurant.com/

venerdì 10 febbraio 2012

Scatti da Londra...

Inizia oggi la rubrica "Scatti da Londra". Scordatevi i leoni di trafalgar o la guardia di buckingham palace. In questa rubrica, solo foto "di un certo stile". Iniziamo con lo scatto fatto ieri da Toto: flyer in un pub di Londra Est x publicizzare le sfide di champions di settimana prossima...


mercoledì 8 febbraio 2012

Pub Crawl a Londra - Due itinerari a Londra sulle tracce delle Real Ale

(Cittie of Yorke)
La zona di Clerkenwell si trova in posizione centrale (a NE di Oxford St), anche se al di la' degli itinerari turisticamente piu' battuti. E' una zona principalmente di uffici, anche se presenta alcuni angoli tranquilli e graziosi che in certi punti la fanno sembrare un villaggio a se.
I pub descritti possono essere visitati in un unico "crawl", ma in realta' noi li abbiamo provati in due occasioni distinte - cosa che naturalmente e' possibile fare. L'itinerario e l'ordine di visita e' puramente indicativo. La zona e' stranamente non molto ben servita dalla metropolitana (le stazioni qui sono molto distanziate). La stazione piu' centrale fra i vari pub e' Farringdon, ma per cominciare dal primo pub descritto la fermata e' Chancery Lane; in alternativa ci sono diverse linee di bus.


Il primo pub e' di relativo interesse birrario, ma veramente notevole dal punto di vista turistico/architettonico. L'interno del Cittie of Yorke (22 High Holborn - London WC1V 6BN) infatti e' rimasto inalterato nel suo aspetto antico e molto particolare: soffitto alto con travi di legno, grossi tini di legno (non piu' in uso) sopra il bar, cellette che ospitano alcuni tavoli. Il pub e' di proprieta' Samuel Smith, quindi l'offerta di real ale e' limitata all'onesta e economica Bitter della birreria.

Proseguiamo verso est per cercare il prossimo pub, Ye Olde Mitre (1 Ely Court, Ely Place, London EC1N 6SJ). Probabilmente e' uno dei pub piu' nascosti di Londra! Possiamo arrivarci da Ely Place, un viale/piazza senza uscita che ospita la bella chiesa di S. Etheldreda (da visitare).
Quasi invisibile, prima della chiesa, un piccolo varco sembra l'entrata di una casa o di un cortile, ma in realta' immette in un vicolo che conduce al pub. Arrivando invece da Hatton Garden (la via dei gioiellieri), un varco altrettanto nascosto (ma segnalato da una piccola insegna su un palo) fa accedere allo stesso vicolo. Anche Ye Olde Mitre e' molto antico, in questo caso la cosa si nota anche dall'esterno; all'interno l'atmosfera e' piacevole e gli spazi sono divisi in alcune salette. Il posto e' anche abbastanza rinomato come birre, con una scelta limitata ma qualche "guest" interessante e una buona capacita' nel mantenere la qualita' (ricordiamo che la stessa ale puo' essere ottima o pessima a seconda della cura con cui viene "gestita" al pub). Purtroppo la guest ale era esaurita e abbiamo potuto bere Deuchars IPA e Adnams Broadside, relativamente comuni ma peraltro molto buone e fra le mie preferite.

Proseguendo verso NE e oltrepassando la stazione di Farringdon (altro possibile punto di partenza), giungiamo alla Jerusalem Tavern (55 Britton Street, London EC1M 5UQ), uno dei pub piu' apprezzati di Londra. L'interno e' molto accogliente, tutto in legno - nonostante l'apparenza, non e' pero' affatto antico, risale agli anno 90!. Altro punto di forza e' che e' un pub della S. Peter's e l'unico a Londra che quindi presenta le loro birre - per di piu' in una ampia selezione. S. Peters produce una gamma molto ampia di birre, alcune con aromatizzazione curiose (e forse non sempre del tutto riuscite) e altre classiche, in genere di ottimo livello. Al pub in teoria dovrebbero esserci 6 ale a rotazione delle 16 della gamma, e tutte quante in bottiglia. In realta' a causa dell'alto smercio di birra non e' sempre cosi', quando siamo arrivati erano rimaste solo 3 real ale piu' qualcuna in bottiglia. Sia la Organic Bitter che la Suffolk Gold erano comunque ottime - come la mild assaggiata in un'altra occasione (tutte in versione cask)
Anche se il cibo a quanto ho letto non e' male, e' un'utopia pensare di fermarsi a cena: il pub era molto affollato (con un 50% di clienti a bere per strada...) e i pochissimi tavoli molto ambiti e molto occupati.

Ci sono comunque alternative per abbinare cena e real ale. A poca distanza troviamo ad esempio il Sekforde Arms (34 Sekforde Street, City of London EC1R 0HA). Nulla piu' (e nulla di meno) di un pub tipico, buono e "verace": vivace e affollato ma non all'inverosimile, atmosfera simpatica, cibo semplice e tradizionale - niente di eccezionale ma mangiabile - a prezzi piu' che abbordabili. La birra e' Youngs, molto comune a Londra quindi, ma in ottima forma: ho rivalutato la semplice ma non banale ordinary Bitter, e ho apprezzato anche la Ram Rod, non facile da trovare in versione cask.

Per cenare pero' scelta ancora migliore e l' Old China Hand (8 Tysoe Street, City of London EC1R 4RQ), ancora piu' a nord all'incrocio tra la cortissima Tysoe St (difficilmente riportata nelle carte) e Rosebery Ave. Il posto ha una sua storia, infatti negli anni 90 questo era il famoso brewpub O'Hanlon's. Questo nome e' ora noto agli appassionati come birreria che produce la nuova versione della Thomas Hardy, ma gia allora era noto per alcune ottime birre come la premiata Port Stout. OH ha poi spostato la produzione nel Devon e ceduto il pub stesso. Dopo un periodo poco interessante, il luogo si e' rivitalizzato come pub-ristorante cinese di alta qualita'. Non e' comunque solo ristorante (buona parte dei clienti si limita a bere) e quindi mantiene l'atmosfera di pub con il plus della possibilita' di gustare un Dim Sum (scelta di piattini di assaggi) davvero eccellente - lo chef proviene da un ristorante cinese "stellato". Il lato birra e' anche buono: solo due o tre real ale ma poco comuni, interessanti e in ottima "forma". Quando ci siamo stati noi avevano due ale scozzesi (Arran Dark e Aulde Sleekit) davvero di buon livello. In genere - un po' per mantenere la "tradizione" - tengono anche una birra di O'Hanlons, ma al momento era finita. Il servizio e' attento e amichevole, e si puo' prenotare il tavolo anche via email. 
Aggiornamento: purtroppo lo chef cinese e' andato in pensione, ora il pub si chiama Old Gringo e propone cucina messicana!

Terminiamo (o iniziamo!) con un pub un po' fuori zona ma comodo da raggiungere e da non mancare. Il Doric Arch (1 Eversholt Street, London NW1 2FL) si trova proprio all'interno della Stazione di Euston. Fino al 2006 si chiamava Head of Steam ed era una "free house" che presentava una buona selezione di ale diversificate e non comuni. E' stato poi acquistato da Fuller's che lo ha "ripulito" senza alterarlo troppo, ha aggiunto le sue buone ale ma senza eliminare l'ampia selezione di birre ospiti. La location non e' molto pittoresca ma l'interno e' abbastanza piacevole e accogliente con alcuni "reperti" in tema ferroviario.

La selezione di real ale e' davvero ampia anche se non troppo brillante sul lato "scuro". Abbiamo optato per due golden ale che si sono rivelate eccellenti! Quando la qualita' intrinseca di una real ale si abbina al suo stato di forma ottimale - grazie a un pub che le sa "gestire" e servire" - l'esperienza birraria e' davvero unica. Si trattava della premiata e ottima Darkstar Hophead, e della Harvest Pale (prodotta da Castle Rock): quest'ultima molto chiara nonostante il nome, molto simile alla precedente e di livello almeno comparabile. Aromi speziati e citrici ma non aggressivi, luppolatura e amaro generosi ma piacevoli e bilanciati anche da un buon malto: una ricchezza di aromi e sapori "zippati" in due birre sui 3.6-3.8 gradi alcolici! L'essenza dell'arte birraia inglese al suo meglio.
Aggiornamento: purtroppo la selezione di birre del Doric Arch e' decisamente diminuita; e' consigliabile se si e' in zona visitare invece il vicino Bree Louise.

lunedì 6 febbraio 2012

GOD SAVE THE QUEEN!

Oggi la regina festeggia il record di presenza sul trono. La cerimonia solenne però è prevista a giugno con una regata lungo il Tamigi che impegnerà mille imbarcazioni, e poi cortei, sfilate, concerti...

SESSANT'ANNI SUL TRONO. Sempre (o quasi) con il sorriso sulle labbra di una vera professionista capace di reggere stress e peso delle responsabilità con naturalezza. Buon Diamond Jubilee, Ma’m (come il protocollo chiede di rivolgersi alla regina). Oggi Sua Altezza Elisabetta II taglia infatti i suoi primi 60 anni di regno. E sempre oggi la Bbc manderà in onda il documentario The Diamond Queen per raccontarne storia e curiosità. Anche se sarà a giugno il climax delle celebrazioni per festeggiare la sovrana britannica. E il suo appuntamento con la storia. Con una regata lungo il Tamigi che impegnerà mille imbarcazioni con il Thames Diamond Jubilee Pageant. In calendario anche un concerto dell’orchestra della Bbc a palazzo e una celebrazione di ringraziamento a St Paul’s Cathedral, seguita dalla sfilata in carrozza di Her Majesty per le vie di Londra. Già, perché se è vero che la principessa «Elizabeth» raccolse il testimone alla morte del padre re Giorgio VI il febbraio del 1952, ci vollero ben sedici mesi per la preparazione di una «Christian coronation» degna di questo nome e della secolare tradizione britannica. Incoronazione che accese i riflettori su Westminster Abbey a Londra il 2 giugno del 1953. 

Come vuole l’antica tradizione, alla morte di ogni re segue, infatti, l’intronizzazione del suo successore. Dopo che il Privy Council chiede all’arcivescovo di Canterbury di organizzare il complesso rituale. E per Elisabetta, l’arcivescovo conservò interamente il carattere medievale del servizio di investitura, salvo concedere alla televisione (per la prima volta nella storia della corona), l’accesso agli spazi rituali di un giorno destinato a entrare nella storia. Ricordare la sacralità dell’investitura di un nuovo re aiuta anche a capire l’apparente ritrosia di Elisabetta II a lasciare le redini del Paese al figlio Carlo, ormai più che pronto per il ruolo che lo attende sin dalla sua nascita.  Sessant’anni sul trono. Un appuntamento con la cronologia universale per la madre dell’
eterno erede al trono, il principe Carlo, che nel frattempo ha saputo però sviluppare come nessun altro erede al trono precedente il ruolo di principe di Galles (impegnandosi in mille battaglie ecologiche e architettoniche e lavorando dietro le quinte anche al varo del nuovo sistema di finanziamento della Corona britannica che sarà in vigore dal 2013). 

Prima di Her Majesty solo la regina Vittoria nel 1897 arrivò a festeggiare il Diamond Jubilee. E per festeggiare l’evento Elisabetta ha regalato ai Windsor - d’intesa con Downing street - nuove regole di successione. Se lei potè prendere le redini del regno (ancorché donna) perché non aveva fratelli maschi, in futuro
 l’eventuale figlia della coppia William - Kate potrà regnare anche se dovesse avere poi un fratello minore. Un cambio rivoluzionario, che ha gettato alle ortiche pochi mesi fa le polverose logiche dell’Act of Settlement del 1701. Lunga vita (e lungo regno) a Sua Maestà. Intanto, a Londra già fervono i preparativi per gli Street parties di giugno quando, complice la bella stagione, gli inglesi scenderanno in strada per apparecchiare i curiosi pic nic di festeggiamento, come si sono già visti un anno fa per salutare le nozze di William e Kate. L’appuntamento è per il Big Jubilee Lunch, così è stata battezzata l’iniziativa volta ad invogliare questi party di strada. Feste tra vicini che per il Silver Jubilee della regina (1977) coinvolsero 10 milioni di persone radunatesi per brindare alla salute di Sua Maestà.