martedì 14 febbraio 2012

Un londinese d'altri tempi: Charles Dickens e Londra

Il nostro amico Guglielmo Maggioni ci porta alla scoperta della mostra su Charles Dickens...


Due saranno quest'anno gli eventi che faranno, con tutta probabilità, del 2012 l'anno di Londra. In primavera si celebrerà il Giubileo di diamante, ovvero i sessant'anni sul trono della regina Elisabetta. Una commemorazione quasi eccezionale nella storia della monarchia e dell'intera storia inglese (l'ultima e unica altra volta accadde nel 1897, con la regina Vittoria) che culminerà con la più grande parata navale dei tempi moderni: oltre mille barche sul Tamigi, guidate da quella“reale” con Sua Maestà a bordo. Il tutto accompagnato, tra i tanti eventi collaterali, dal più affollato concerto rock di tutti i tempi davanti a Buckingham Palace (oltre cinquecentomila persone attese e, tra i nomi per ora confermati, Paul McCartney, Elton John, Tom Jones, Shirley Bassey, Annie Lennox e i Madness). In estate, tra la fine di luglio e la prima metà di agosto, Londra ospiterà quindi le Olimpiadi per la terza volta nella sua storia (dopo quelle del 1908 e del 1948), battendo ogni record e diventando così la prima città a in cui si terranno tre volte i giochi olimpici.

Ma a inaugurare quello che è già stato salutato come un vero e proprio annnus mirabilis per la capitale britannica è stato, il 7 febbraio, un anniversario. In particolare il bicentenario della nascita di uno dei più importanti narratori non solo dei suoi tempi e non solo inglese, Charles Dickens. Vera e propria gloria nazionale, fondatore del romanzo sociale e autore di capolavori come Le avventure di Oliver Twist (1837-1839), David Copperfield (1849-1850), Casa desolata (1852-1853), Grandi speranze (1860-1861) e del celebre Canto di natale (1843), Dickens rimane tra i più noti cantori della capitale britannica. Si vantava di essere il più grande conoscitore della città e oggi i suoi libri (con le sue dettagliate e suggestive descrizioni della vita quotidiana degli abitanti dell'epoca) vengono studiati da antropologi e linguisti per capire usi, costumi e lingua della working class londinese dell'epoca. Anche il web si è mobilitato per l'occasione: è stato infatti creato un sito ad hoc (http://www.dickens2012.org) e nella giornata del 7 febbraio un google doodle era dedicato proprio a lui, preceduto il giorno prima, giusto per la cronaca, da quello per François Truffaut. Per un breve ripasso, la Bbc ha inoltre realizzato un cortometraggio animato di poco più di quattro minuti in cui si ripercorre l'intera esistenza dello scrittore (visibile qui: http://www.ilpost.it/2012/02/07/la-vita-di-charles-dickens-animata-in-4-minuti).

Nato, appunto, nel 1812, e morto nel 1870, prima di essere sepolto nel celebre Poet's Corner della Westminster Abbey, Dickens è profondamente legato a Londra e alla sua storia (il titolo dell'ultima opera da lui pubblicata in vita, tra il 1864 e il 1865, Il nostro comune amico, si riferisce al Tamigi). Non è così un caso che proprio a Londra e proprio in questo periodo si svolge al Museum of London (splendido Museo, letteralmente circondato dai grandi palazzi vetrati della City) la mostra più importante dedicata allo scrittore in oltre quarant'anni (inaugurata il 9 dicembre dello scorso anno proseguirà fino al 10 giugno del 2012). Grazie a dipinti, disegni, stampe, ma anche oggetti o costumi d'epoca, e ovviamente manoscritti originali, si ripercorrono così i grandi temi e le atmosfere descritti e raccontate da Dickens nella sua vasta ed eccezionalmente prolifica (considerati anche gli anni d'attività) opera letteraria. Senza inoltre dimenticare la stessa vicenda personale dello scrittore, a partire da un'infanzia molto difficile in cui conoscerà il carcere e il lavoro in fabbrica: un'esperienza che avrà modo di rielaborare nella sua produzione letteraria, divenendone uno dei temi fondamentali. Proprio le devastanti descrizioni del lavoro minorile presenti nei suoi romanzi, furono infatti alla base di una legge, la Child Act nel 1868 (la letteratura può a volte cambiare il mondo...). Una storia che si intreccia con la Storia: attraverso la vita e l'opera di Dickens emergono infatti i grandi problemi del suo tempo come la povertà e le relative impressionanti condizioni di vita delle classi sociali più deboli a cui si legano vere e proprie piaghe sociali come la prostituzione o la mortalità infantile.
Ma si parlava di Londra. La mostra si intitola infatti Dickens and London. Il tema centrale dell'esposizione che si vuole approfondire e far emergere è quindi lo stretto rapporto che unisce Dickens alla città di Londra. Pur essendo nato a Portsmouth, cittadina situata sulla costa meridionale del paese, secondo di otto figli di una famiglia non certo agiata, il futuro scrittore si trasferisce a Camden Town, all'epoca uno dei quartieri più poveri della città, nel 1822. Da allora svilupperà un legame quasi viscerale con la capitale britannica, che appare evidente a chiunque legga una qualsiasi pagina di un suo romanzo e che lo spingerà anni dopo a dichiarare come non esista al mondo una persona che la conosca meglio. La sua era una conoscenza topografica, diretta, conquistata sul campo, verrebbe quasi da dire: camminando ore e ore per le strade e tra la gente. Simile in questo all'idea di flâneur che proprio nello stesso periodo veniva introdotto da Charles Baudelaire (e che quasi un secolo dopo dopo Walter Benjamin legherà indissolubilmente alla modernità), Dickens arriva a conoscere e ad amare la sua città, addentrandosi e vagando a lungo per le sue zone. E non solo, ovviamente, quelle ricche, residenziali o più commerciali. Ma si tratta di un uomo parecchio impegnato con una famiglia numerosa da mantenere, che dirige e collabora con giornali, viaggia moltissimo e che scrive per ore al giorno: dove trova il tempo per le sue lunghe passeggiate? Di notte. Lo scrittore soffre infatti di insonnia e, per combatterla, spesso cammina, girovagando per la città. Ha così modo di scoprire, e di descrivere poi, momenti e aspetti di Londra che pochi conoscono. Inediti e molto affascinanti. Una testimonianza di questa conoscenza è contenuta in un breve racconto intitolato, appunto, Passeggiate notturne, pubblicato nel 1860 sul periodico «All the Year Round» (fondato dallo stesso Dickens l'anno prima) e firmato col nome di Uncommercial Traveller (in contrapposizione al Commercial Traveller, ovvero il commesso viaggiatore che si sposta per motivi di lavoro).

E proprio su questo testo si basa The Houseless Shadow di William Raban, un videoartista e regista inglese attivo dai primi anni Settanta, i cui lavori sono principalemnte incentrati su Londra. L'opera è un cortometraggio di venti minuti che chiude idealmente la mostra di cui sopra e che da solo vale, come si dice, il prezzo del biglietto. L'idea è semplice. Mentre una voce narrante legge il racconto dickensiano, sullo schermo scorrono immagini della Londra notturna contemporanea, a illustrare il girovagare dello scrittore per la città addormentata. Così accompagniamo Dickens mentre attraversa il Waterloo Bridge o passa accanto alla prigione di Newgate per proseguire poi verso il mercato di Billinsgate nella City e oltrepassare il London Bridge in direzione di un'altra prigione e dell'ospedale di Bethlem. Si torna poi in centro: Westminster, l'House of Parliament e Westminster Abbey, la Chiesa di Saint Martin e infine Covent Garden. Dopo una breve sosta in un caffè e una tappa in una stazione ferroviaria, il giro termina e il narratore scrittore può far ritorno a casa e, forse, finalmente prendere sonno. L'aspetto affascinante e suggestivo del lavoro è dato dal contrasto tra immagine e parole. Le immagini a commento del testo sono infatti, come si è detto, contemporanee. Molti luoghi non esistono più (come la prigione di Newgate o l'ospedale di Bethlem), così come la stessa Londra di cui parla Dickens, eppure, quasi per magia, si crea ugualmente un inedito, ma profondo legame tra le riflessioni dello scrittore (questo vagare notturno gli dà infatti modo di descrivere la sensazione che chiama ”houselessness – da cui il titolo del film –, ma anche di affrontare temi come quello della condizione dell'uomo metropolitano) e la contemporaneità ripresa da Raban (spesso sono lunghe inquadrature fisse di luoghi): il fascino della Londra di notte è assolutamente inalterato. Ecco quindi crearsi davanti ai nostri occhi una fusione perfetta e molto suggestiva che, non solo non intacca, ma valorizza ancor più, se mai ce ne fosse bisogno, la modernità senza tempo della prosa di quell'immenso scrittore che è stato Dickens...
Giusto per incuriosire, qui un trailer del video: www.youtube.com/watch?v=SlPPgmPPE4c.