Oggi la regina festeggia il record di presenza sul trono. La cerimonia solenne però è prevista a giugno con una regata lungo il Tamigi che impegnerà mille imbarcazioni, e poi cortei, sfilate, concerti...
SESSANT'ANNI SUL TRONO. Sempre (o quasi) con il sorriso sulle labbra di una vera professionista capace di reggere stress e peso delle responsabilità con naturalezza. Buon Diamond Jubilee, Ma’m (come il protocollo chiede di rivolgersi alla regina). Oggi Sua Altezza Elisabetta II taglia infatti i suoi primi 60 anni di regno. E sempre oggi la Bbc manderà in onda il documentario The Diamond Queen per raccontarne storia e curiosità. Anche se sarà a giugno il climax delle celebrazioni per festeggiare la sovrana britannica. E il suo appuntamento con la storia. Con una regata lungo il Tamigi che impegnerà mille imbarcazioni con il Thames Diamond Jubilee Pageant. In calendario anche un concerto dell’orchestra della Bbc a palazzo e una celebrazione di ringraziamento a St Paul’s Cathedral, seguita dalla sfilata in carrozza di Her Majesty per le vie di Londra. Già, perché se è vero che la principessa «Elizabeth» raccolse il testimone alla morte del padre re Giorgio VI il febbraio del 1952, ci vollero ben sedici mesi per la preparazione di una «Christian coronation» degna di questo nome e della secolare tradizione britannica. Incoronazione che accese i riflettori su Westminster Abbey a Londra il 2 giugno del 1953.Come vuole l’antica tradizione, alla morte di ogni re segue, infatti, l’intronizzazione del suo successore. Dopo che il Privy Council chiede all’arcivescovo di Canterbury di organizzare il complesso rituale. E per Elisabetta, l’arcivescovo conservò interamente il carattere medievale del servizio di investitura, salvo concedere alla televisione (per la prima volta nella storia della corona), l’accesso agli spazi rituali di un giorno destinato a entrare nella storia. Ricordare la sacralità dell’investitura di un nuovo re aiuta anche a capire l’apparente ritrosia di Elisabetta II a lasciare le redini del Paese al figlio Carlo, ormai più che pronto per il ruolo che lo attende sin dalla sua nascita. Sessant’anni sul trono. Un appuntamento con la cronologia universale per la madre dell’eterno erede al trono, il principe Carlo, che nel frattempo ha saputo però sviluppare come nessun altro erede al trono precedente il ruolo di principe di Galles (impegnandosi in mille battaglie ecologiche e architettoniche e lavorando dietro le quinte anche al varo del nuovo sistema di finanziamento della Corona britannica che sarà in vigore dal 2013).
Prima di Her Majesty solo la regina Vittoria nel 1897 arrivò a festeggiare il Diamond Jubilee. E per festeggiare l’evento Elisabetta ha regalato ai Windsor - d’intesa con Downing street - nuove regole di successione. Se lei potè prendere le redini del regno (ancorché donna) perché non aveva fratelli maschi, in futuro l’eventuale figlia della coppia William - Kate potrà regnare anche se dovesse avere poi un fratello minore. Un cambio rivoluzionario, che ha gettato alle ortiche pochi mesi fa le polverose logiche dell’Act of Settlement del 1701. Lunga vita (e lungo regno) a Sua Maestà. Intanto, a Londra già fervono i preparativi per gli Street parties di giugno quando, complice la bella stagione, gli inglesi scenderanno in strada per apparecchiare i curiosi pic nic di festeggiamento, come si sono già visti un anno fa per salutare le nozze di William e Kate. L’appuntamento è per il Big Jubilee Lunch, così è stata battezzata l’iniziativa volta ad invogliare questi party di strada. Feste tra vicini che per il Silver Jubilee della regina (1977) coinvolsero 10 milioni di persone radunatesi per brindare alla salute di Sua Maestà.