giovedì 22 novembre 2012

VEGAN LONDON

Un vademecum dichiaratamente non esaustivo su cosa fare, dove andare, dove cercare e cosa aspettarsi dalla Vegan London.

Londra è, come New York, una delle città più aperte e più facili da vivere se sei un vegetariano o un vegano, ma vorrei evitare di proporvi una lista di ristoranti o locali dove andare, anche perchè io stessa li frequento pochissimo. Vorrei però rispondere a una serie di domande che spesso mi vengono fatte da amici o conoscenti, vegani o vegetariani, che vengono a Londra per qualche giorno o per tempi un po’ più lunghi.
La buona notizia (ovvero la scoperta dell’acqua calda) è che anche nella grande distribuzione alimentare è facilissimo trovare alimenti vegani o vegetariani. Sainsbury, Waitrose, ma qualcosa anche Tesco, sono abbastanza forniti di prodotti vegani, ma attenzione: se è facilissimo trovare il tofu, e anche di più marche e aromatizzato in vari modi, scordatevi di trovare prodotti un po’ più particolari tipo tempeh e cotolette di seitan. Perdete la speranza anche per le “palline” di soia. Facilissimo invece trovare latti vegetali, di tutti i tipi. Waitrose e Sainsbury hanno anche la sezione “free from”, ovvero la sezione per chi soffre di allergie: spesso i latti diversi da quello di soya (riso, mandorla eccetera) si trovano qui. Ma si trovano anche maionesi senza uova, “finti” formaggi grattugiati o similari. Alcuni supermercati hanno anche hamburgherini o salsiccine già pronti, a base di fagioli di soia, noci, tofu o altro. Personalmente non ne faccio molto uso – sono sicuramente buoni ma contengono “troppi” ingredienti per i miei gusti, io sono molto minimalista anche nel cibo. Ma è una questione di gusti. La raccomandazione è sempre la solita, leggere bene gli ingredienti – spesso si trova il marchio con il girasole che significa che e’ un prodotto vegano, in altri casi lo è anche senza logo.


Attenzione al Quorn, da molti erroneamente ritenuto vegano: tutti i tipi contengono uova e alcuni anche formaggio.
Per trovare prodotti più “specializzati”, e parlo di seitan già pronto, tempeh (se avete occasione accaparratevi il tempeh della marca “Paul”, il migliore mai mangiato!) e cose analoghe bisognerà andare in uno dei cosiddetti “healthy shops” che, almeno nella capitale, si trovano molto facilmente. Qui trovate anche alimenti come lo 
Sheese, altri “formaggi” vegani, la panna di soia e i prodotti giapponesi (tamari, vari tipi di alghe, condimenti vari, agar agar). Alcuni nomi: Holland & Barrett (noti soprattutto per integratori e vitamine, i negozi hanno spesso anche prodotti specificamente vegan e vegetariani, tipo tofu, yogurt di soia, salsiccine e hamburgers, già pronti o da assemblare); ma anche da Revital e da Planet Organic si trovano diverse cose. Questi tre sono delle “catene” o meglio dei franchising, ma gli healhty shops “indipendenti” si trovano davvero ad ogni angolo.
Menzione d’onore spetta ovviamente al 
Whole Food Market. In particolar modo quello di High Street Kensington, pare, quanto a estensione di superficie e di range di prodotti si contende la palma d’oro con quello di NYC


Credo che i prodotti siano un po’ diversi, ma non è diverso direi l’approccio: tutti alimenti (ma non solo alimenti) organic, cioè biologici, fair trade con tanto di “assaggini”. E credo anche che la sezione vegan – vegetariana sia un po’ più sguarnita, ma credetemi vale la pena spingersi fino all’angolo sud ovest di Hyde park – qui si trova il WFM. Al secondo piano trovate il ristorante Saf, vegano-crudista, nato addirittura in Turchia, credo (un altro locale della stessa catena si trova nell’East End, vero Shoreditch). Se siete in zona Soho o Camden trovate due “filiali” del WFM molto più piccole ma comunque ben fornite.
Da Camden se volete potreste proseguire verso Kentish Town, e andare da Earth, una specie di Whole Food, con prodotti organic e fair trade e soprattutto uno scaffale enorme con spezie varie dove potete rifornirvi da soli, decisamente la parte più interessante del negozio. Questo è l’unico posto, finora, dove ho trovato il famigerato instant seitan, o farina di puro glutine che tanti su VeganBlog usano per confezionare polpettoni, hamburghers e salsiccine (me compresa da quando l’ho scoperto). Lo vendono con il loro marchio, per questo credo che sia difficile trovarlo – probabilmente hanno supplito a una “carenza del mercato” con un prodotto proprio.
Se rimanete in zona Camden, provate ad andare all’
Inspiral Lounge, proprio attaccato al ponte con vista sul canale – io ancora non ci sono mai stata (a mangiare, ma a fare opera di volantinaggio per VeganWiz sì…) ma lo vedo sempre pieno.


Di tanto in tanto organizzano anche veri e propri happenings, festicciole, seratine e cose analoghe.
Non dimentichiamoci inoltre che Londra pullula di negozi etnici, in particolar modo cinesi e giapponesi – ma anche indiani e mediorientali. Per il cinese, inutile che ve lo insegni, il posto dove andare è Soho, in modo particolare Gerrard Street, il cuore pulsante della Chinatown londinese. Ci sono diversi ristoranti, alcuni dei quali a buffet (ma con poca scelta per un vegetariano o vegano) – ma il vero motivo della visita sono due grandi supermercati, uno quasi di fronte all’altro. Qui si trovano svariati tipi di tofu, al naturale o semilavorato, assieme a tanti altri alimenti o utensili da cucina che spesso si leggono solo nei food blog internazionali e che con molte difficoltà si trovano in Italia. Al solito, date un occhio agli ingredienti, serve solo una buona conoscenza del cinese. No, sto scherzando, nel 90% dei casi gli ingredienti sono tradotti.
Se volete buttarla sul giapponese, il posto per voi è il 
Japan Centre, che recentemente ha cambiato nome (ora si chiama Umai), indirizzo (non e’ piu’ in Piccadilly ma in Regent’s Street, nel tratto che va da Piccadilly Circus giù verso il Pall Mall) e si è “rimbelloccito”, ma sempre Japan Centre è: svariati tipi di tofu, sushi di ogni tipo vegetariano e vegano (ma attenzione alla maionese che viene infilata random un po’ ovunque).


C’è anche una specie di “rosticceria” che serve zuppa di miso, zuppe varie con noodles, involtini anche di verdure, tempura. Da consumare al momento o da portarsi a casa. Nel negozio, che in realtà è un supermercato frequentatissimo dai giapponesi per primi, trovate tè e miso di ogni tipo, riso, salsine e condimenti vari. Anche qui niente panico, nella maggior parte dei casi gli ingredienti sono stati tradotti, stampati su un’etichetta e appiccicati sulla confezione (in inglese ovviamente). Per chi già lo conosce ma ci è stato qualche anno fa, adesso si è diviso in due sezioni: la parte con gli utensili da cucina e i bento box (per tutti i gusti, garantito) è rimasta dove era il negozio precedente, ovvero in Piccadilly, a pochi passi da Piccadilly Circus.
Non dimentichiamoci inoltre le possibilità offerte dai vari negozi e supermercati indiani (in questo caso “La” zona dove andare è l’East End, Brick Lane in particolare) o mediorientali in genere.
Un capitolo a parte meriterebbe la sezione ristoranti e bar, per il quale vi rimando a
questo sito. Io non sono quasi mai andata a un ristorante “dichiaratamente” vegano, ma ho sempre sfruttato le possibilità che offrono i ristoranti “etnici”, diffusissimi e di ogni tipo.
Dal giapponese all’indiano (attenzione però ai latticini e al ghee in modo particolare), dal libanese (il mio preferito) al messicano, piatti vegani si trovano senza troppa difficoltà. In genere questi tipi di cucina (fatta eccezione per l’indiano) non usano latticini e burro come ingredienti “aggiuntivi” e non dichiarati, se li usano viene chiaramente descritto nel menù – ed in ogni caso vale sempre la solita regola: chiedete. Su 
Time Out potete cercare un tipo specifico di ristorante selezionandoli per zona, viene riportato anche il sito internet se ce l’hanno e da qui potete consultare il menù.
Se capitate a Covent Garden allungate la passeggiata fino alla Neal’s Yard.


Qui trovate la Yard vera e propria, cioè una coloratissima chiostrina interna, una specie di piazzetta; un bar/ristorante con tavoli all’aperto che serve anche e soprattutto piatti vegan/vegetariani, ma anche gluten free. Ma la sosta d’obbligo è nel profumatissimo negozio di Neal’s Yard Remedies, ovvero cosmetici naturali, biologici e al 90% vegani (quelli non vegani non lo sono perché si utilizza la cera d’api); ma anche olii essenziali e tisane di ogni tipo. Vale decisamente la pena lasciarsi ubriacare da tutti quei profumini deliziosi! Non comprerete nulla, probabilmente, perché i prezzi sono altini (ma secondo me il gioco vale la candela), ma avrete provato tutti i campioncini e ne uscirete incremati e profumati da capo a piedi.
Infine, se avete la possibilità di cucinare voi stessi, non dimentichiamoci i 
mercati- ma sono certa che anche in questo caso non ho molto da insegnarvi. I più importanti sono Borough Market (sotto alle arcate della stazione di London Bridge da giovedì a sabato inclusi), Portobello a Notting Hill, Brixton (per le specialità afro-caraibiche), Broadway Market, Brick Lane Market. Ma i Farmer’s Marketsono un po’ un’istituzione in tutto il Regno.
Ovviamente non si tratta di una “guida”, né tantomeno questo articolo ha la pretesa di essere esaustivo, diciamo che è solo molto basato sulla mia esperienza. Per cui se all’ascolto ci sono altri Londinesi mi piacerebbe molto sapere come è la loro Vegan London.
Per ulteriori informazioni vi rimando al sito della Vegan Society, 
qui.
Buon divertimento!


Eleonora Pini (http://www.promiseland.it/)