martedì 24 gennaio 2012

Viaggio a Londra tra le vie del vinile

Le strade dell’animato e variopinto quartiere londinese di Soho ospitano da anni numerosi vynil stores, meta di pellegrinaggio per dj, collezionisti e amanti della musica, in cui trovare dischi nuovissimi ma anche vere e proprie rarities...

Una vetrata da cui si intravede qualcosa, una piccola porticina e poi un filare di giradischi. Le pareti nere, i raccoglitori a muro. I dischi catalogati per genere, con scritte rigorosamente a mano. Da Black Market iniziano le vie del vinile. Siamo a Soho, centro di Londra. Il quartiere è famoso da secoli: la guida Lonely Planet spiega che “era uno dei luoghi di svago prediletti da Enrico VIII”. Oggi è in voga perché pieno di locali e piccoli bar con tavolini all’aperto, tempo permettendo. Ma anche, e soprattutto, un posto pieno di locali gay. Chi è stato a Londra lo conosce. Eppure questo posto è “famoso” anche per altro. Per i suoi negozi di dischi, soprattutto. Il cd è un supporto ormai obsoleto e in netto calo di vendite; il formato digitale lo compri e lo scarichi dalla Rete; il vinile, per collezionisti e dj, è ritornato, o forse sarebbe meglio dire, non ha mai smesso di brillare. Londra, per la musica e non solo, è un po’ l’ombelico del mondo. Qui, infatti, si trovano tutti i megastore possibili e immaginabili, e comprare musica è facilissimo, anche se per la maggior parte si tratta di roba ultra commerciale prodotta dalle grandi major. In pieno centro, invece, questo fazzoletto di terra ultra pop è zona fertile per i vecchi, cari e indipendenti vinyl stores.
 
Goldie, un signore sulla quarantina, è uno dei proprietari del Black Market e va subito al nocciolo della questione, spiazzandoci un po’: «Prima c’erano molti più negozi in questo quartiere». Viene difficile pensare che in questo quadrilatero ci fossero più negozi di quelli attualmente esistenti. Il suo Black Market è comunque un’istituzione: aperto da 20 anni, è meta di pellegrinaggio di molti dj e amanti della musica elettronica. «Al momento - spiega James, il ragazzo che sta nel seminterrato del negozio - va forte il dubstep, la drum&bass, la tech-minimal e l’electro. Qui i dischi costano tra le 5,99 e le 7,50 sterline». Con il cambio più o meno alla pari con l’euro vuol dire non svenarsi.
Subito fuori, attraversando la strada, si trova Phonica. Altro store d’eccellenza in ambito elettronico: giradischi e cuffie per “provare” i dischi, un salottino “lounge” per rilassarsi, leggere le riviste di settore e i milioni di flyer sulle serate della settimana, e un commesso rasta di colore che gentilmente ti spiega e consiglia. Aperto da cinque anni, è frequentatissimo da dj: c’è n’è uno che sta ascoltando dei dischi, sceglie, paga e si capisce che vorrebbe ancora restare. La figlia di circa quattro anni, però, insiste per andare via.
 
A questo punto basta spostarsi lungo la Berwick Street, dove c’è uno striminzito ma variopinto mercatino, per trovare uno dopo l’altro, porta a porta, Vinyl Junkies e Music & Video Exchange. Sia nel primo che nel secondo regna un caos ordinato. Un miscuglio di generi e situazioni. Torn, il commesso dai tratti orientali di Vinyl Junkies, è un po’ diffidente, ma alla fine si lascia andare con un «You are welcome, man», spiegando che il posto è aperto da 15 anni, che dentro ci stanno suoni per tutte le orecchie e per tutte le tasche. Nel frattempo entra qualcuno, si siede sul divano o fuori, sulla panchina: i negozi di dischi di Soho sono dei luoghi di ritrovo.
Music & Video Exchange è uno dei posti cult dove vendere e comprare dischi di seconda mano. Peter, camicia a quadri, bianco, viene da Brixton che è uno dei quartieri più neri della City. «Le persone vengono e portano i propri dischi - racconta -. Fanno un’offerta e noi decidiamo il prezzo. Si contratta un po’. Poi noi rivendiamo. I nostri prezzi vanno da 10 a 150 sterline. Abbiamo diversi negozi in giro per la città». In effetti girando per Londra se ne trovano, e non vendono solo dischi: ma anche video, libri, vestiti, tutto insieme.
 
Ancora fuori passiamo davanti a Sister Ray, coloratissimo, e Revival Records, stretto e lungo, per veri collezionisti pazienti, dove scegliere tra migliaia di titoli. Poi però arriviamo al Sounds of the Universe. Qui occorre un secondo. Una pausa. Se i primi due negozi erano un po’ la Mecca dell’elettronica, qui si va ai Tropici. La black music è la macro area di riferimento. Inoltre - e qui sta la chicca - è il negozio dell’etichetta Soul Jazz Records: sinonimo di stile, qualità, ricerca. Dentro dischi nuovissimi, ma soprattutto rarities: dallo ska, al root, al reggae, al jazz, al soul e funk, ai ritmi africani, a cose strane degli Anni 60 e 70. Un vero delirio. Il negozio, ad angolo, ha due enormi vetrate, da cui si intravede appena l’interno. E anche un seminterrato con tantissimi 45 giri. Gli accessori non mancano, ma i vinili e, ad onor del vero, anche i cd fanno venire i brividi. Alex, che lavora da circa un anno dietro il bancone, taglia corto e afferma sorridente: «100% Dinamite». Si riferisce alle loro serate al Cafè 1001 a Brick Lane. C’è da giurarci, guai a perdersele.

Non soltanto a Soho
Londra è immensa e gli ottimi negozi di dischi ovviamente non si trovano solo a Soho. Ne segnaliamo due degni di nota. Si trovano a Notting Hill, nel famosissimo e ultra turistico mercatino di Porto Bello. Fate finta per un attimo di non essere quel gregge che si ferma a ogni bancarella e recatevi da Hones Jon's. Un commesso calvo, Matt, vi consiglierà delle vere bombe reggae. Non è certo l’unico genere, ma si capisce che lì va forte. Altra istitutuzione è Rough Trade. Il negozio è in zona dai primi Anni 80, ma ha aperto tempo prima, alla fine degli Anni 60. Nessun genere di riferimento, tra gli scaffali trovate di tutto, rock compreso, e non solo in vinile. Ha anche una seconda sede, aperta da qualche anno. Si trova a Brick Lane, nell’East End, il quartiere del momento.
 
Tutti gli indirizzi
Black Market: 25 D’arblay Street, Soho. Phonica: 51 Poland Street, Soho. Vinyl Junkies: Berwick Street, Soho. Music & Video Exchange: 95 Berwick Street, Soho. Sister Ray Records: 34 Berwick Street, Soho. Revival Records: 30 Berwick Street, Soho. Honest Jon’s: 278 Portobello Road, Notting Hill. Rough Trade: 130 Talbot Road, Notting Hill.

Rocco Rossitto
http://www.blumedia.info/

martedì 10 gennaio 2012

THE DOVE - Una tranquilla pub session in riva al Tamigi

Nel loro lungo e sinuoso percorso attraverso la città, le rive del Tamigi si arricchiscono di straordinari locali, dove ci si può rilassare sorseggiando un drink ghiacciato contemplando le barche e gli animali selvatici che abitano in queste acque storiche. Tra i pub "lungofiume" spicca senza dubbio il THE DOVE...


Questo pub del XVII secolo fu un ritrovo amato da Graham Greene ed Ernest Hemingway. Il fascino del The Dove è dovuto principalmente alle sue travi in quercia, al caminetto e al bancone più piccolo della Gran Bretagna! La terrazza sulle rive del fiume garantisce un punto di osservazione perfetto per assistere alla regata di canottaggio tra le università di Oxford e Cambridge nel tratto in cui attraversano Hammersmith.


Piccolino ed accogliente, con una buona scelta di pinte e una bella terrazza x godersi le serate più miti, è un pub da scegliere x una birra a due con il partner o per una tranquilla serata tra amici. Il clima del locale infatti è sempre abbastanza tranquillo e pacato, con l'inconfondibile stile inglese, che raramente trascende nella festa più dura! 
Le travi a vista e i mattoni "nudi" danno un senso di antico al locale, la clientela è mediamente sopra i 30-35, la scelta delle birre è classica, con un occhio di riguardo x le bitter e le ale.


Aperto tutti i giorni fino alle 23:00, offre il tipico cibo da pub, servito dai simpatici gestori dalle 12:00 alle 15:00 e dalle 18:00 alle 21:00.
Da provare!


Type: Historic - Classic pub
Add: 19 Upper Mall, Hammersmith, London W6 9TA
Tel : +44(0)20 8748 9474
Web: http://www.pubs.com/thedove_hammersmith
Transp: Tube Station RAVENSCOURT PARK (district line) + 10 min walking
Open: Sun - Mon 11:00 - 23:00

lunedì 9 gennaio 2012

Afternoon Tea al Park Lane Hotel

Se siete in vena di vizi e magari dopo una lunga giornata di shopping per le vie del centro, ecco una proposta, per una volta, tutt'altro che alternativa: english afternoon tea al Park Lane Hotel su Picadilly, il massimo della tradizione. Certo, far pagare un tazza di tea £32 e' forse da considerarsi ai limiti della legalita' ma, una volta entrati nella Palm Court ci si rende subito conto che non si si sta pralando semplicemente di "una tazza di tea" ma si sta per vivere una delle esperienze simbolo della tradizione britannica. Le luci nell'ampio salone creano un'aurea dorata nella stanza e a rendere il tutto ancora piu' onirico, una musicista in abito da sera suona dal vivo un'enorme arpa. Una sfilza di camerieri in smoking si prende subito cura di te, facendoti accomodare a presentandoti una lista infinita di diversi tipi di tea. Come companatico vengono serviti una serie di sandwich preparati con estrema cura e devozione, una specie di versione posh dei classici triangoli serviti ad ogni angolo della citta'. A seguire i classici scones con marmellate e cremine varie e per concludere due fette di torta a scelta tra un'ottima selezione. A voler fare gli ingordi si puo' fare un upgrade che comprede un bicchiere di champagne. La regina sarebbe orgogliosa di voi.