martedì 1 settembre 2015

WE ARE MODS!

Nello scorso week end, in occasione del 50° anniversario della battaglia di Brighton tra MODS e ROCKERS, centinaia di veterani modernisti, si sono dati appuntamento nella cittadina dell'East Sussex...






martedì 18 agosto 2015

BRITISH CLOTHES - Pretty Green

La Pretty Green è una linea di abbigliamento fondata nel 2009 dal cantante Liam Gallagher, ex frontman degli Oasis e attualmente Beady Eye.

La linea di abbigliamento, finora solo maschile, si ispira allo stile e alla cultura mod degli anni '60 e alla moda casual degli anni '80 e '90, che fonde con le tendenze contemporanee creando uno stile innovativo, non inquadrabile né nel vintage né nel modern. I designer sono Liam Gallagher e Nick Holland della Holland Esquire.
Il nome del marchio si ispira al titolo di una canzone dei Jam, gruppo rock inglese fondato da Paul Weller.
Fin dall'inizio la Pretty Green si è caratterizzata per la divisione in black label e green label. Rivolge la sua attenzione a un'ampia gamma di persone, anche coloro tradizionalmente non interessate al mondo della moda. Liam Gallagher ha dichiarato che "i vestiti sono la mia passione insieme alla musica. Non sono qui per copiare nessuno e non sono qui per i soldi. Lo faccio perché c'è una carenza di roba che io vorrei indossare".
A Londra la Pretty Green è presente già da parecchio tempo. Oltre al negozio di Carnaby Street, la linea di abbigliamento del cantante dei Beady Eye offre uno store anche in Covent Garden e presso il gigantesco centro commerciale Westfield. Ora però il marchio potrebbe diventare ancor più "centrale": pare infatti che Liam abbia messo gli occhi su uno spazio che si è liberato in Regent Street, che con Oxford Street è il maggiore asse commerciale del centro della capitale britannica. E non importa che Carnaby Street sia praticamente già in Regent Street; è questione di pochi passi, la gente in Carnaby ovviamente ci va, ma il flusso di Regent Street è decisamente molto maggiore. Dunque aprire un negozio in Regent St farebbe impennare gli affari, che peraltro già ora non vanno affatto male. L'ipotesi del nuovo store sulla vetrina internazionale viene ventilata da "Retail Week", secondo il quale, qualora si verificasse, il brand di Liam potrebbe prendere in considerazione la chiusura di uno dei tre attuali punti londinesi. Pretty Green peraltro è presente anche a Manchester (King Street), Glasgow (Ingram Street), Cardiff (Morgan Arcade), Nottingham (Victoria Street), Newcastle (Grainger Street), Liverpool (Manestys Lane), Leeds (King Edward Street), Birmingham (Bullring Shopping Centre) Leeds (King Edward St) e Brighton (Dukes Lane). Il marchio dell'ex Oasis ha da poco scelto come suo nuovo volto Jesse Wood, figlio di Ron Wood dei Rolling Stones. In questi giorni PG propone il "Rock'n'roll Christmas" con varie idee per un regalo in stile Liam; polo sui settanta euro, magliette sui quaranta.

lunedì 17 agosto 2015

MADCHESTER - Storia di un'epoca

La Sottocultura più influente degli anni 90, l'unica che, in qualche modo, può essere paragonata ai fasti degli anni 60/70, spiegata in un bellissimo pezzo di Claudio Litrico (storiadellamusica.it)

Pazza, pazza Manchester . "24 Hour Party People" è la definizione più appropriata per descrivere la scena di Madchester (fusione tra "Mad", matto, e la città inglese in cui nacque il movimento): innanzitutto è il titolo di un inno targato Happy Mondays , una delle band più rappresentative, ed è anche una pellicola dedicata a quella che fu l'etichetta indie per eccellenza di Manchester , la Factory Records , ed al suo fondatore Tony Wilson ; ma soprattutto è la frase che meglio di qualunque altra fa capire l'ambiente di quegli anni: un party continuo. Ma cos'è, precisamente, Madchester ? Paradossalmente, bisogna partire da Chicago ,nell’annus domini 1987 . E' qui che attraverso gli esperimenti di Phuture con la sua Roland TB-303, prende forma la acid house , che approda in fretta nei locali gay insieme all'ecstasy, la nuova droga cult che viene immediatamente identificata con il neonato sound.
In men che non si dica, la acid house viene adottata dalla capitale gay di quegli anni, Ibiza , per poi espandersi nei locali underground di tutto il continente ed insediarsi, infine, all'Hacienda , tana storica dei giovani mancuniani negli eighties ; il popolo diManchester , con il post punk agli sgoccioli e gli Smiths ad un passo dallo scioglimento, aveva infatti bisogno di nuovi stimoli, di nuove distrazioni nelle quali calarsi, e questi ritmi danzerecci, uniti all'ecstasy, fu pane per i suoi denti. Dalla fusione tra il pop melodico e l' Acid House , nacque Madchester , una musica pulsante, psichedelica , orecchiabile e capace di far ballare con l'uso di strumenti tradizionali. Diamo uno sguardo alle band più importanti dell'intero movimento…
Gli Happy Mondays si ispirarono per il loro nome al pezzo dei New Order Blue Monday ", e la contrapposizione tra il triste e l'allegro, non sta solo nella ragione sociale: se i superstiti Joy Division incarnavano la normale, depressa conversione elettronica della new wave , gli Happy Mondays partorirono un sound spensierato, energico, adrenalinico: oltre al mix Pop- House , erano rintracciabili inflessioni funk e fascinazioni anni '70 (la loro "Kinky Afro" riprende la "Lady Marmalade" delle LaBelle ). I Mondays incarnavano appieno la scena madchesteriana non solo musicalmente: erano cinque delinquenti con la passione per alcool e droga. I giovani della medio-bassa borghesia mancuniana dell'era Thatcher si ritrovavano in pieno nel loro concetto di alienazione dalla realtà. Pionieri del movimento con il loro debutto targato proprio dalla Factory , " Squirrell & G-Man Twenty Four Hour Party People Plastic Face Carnt Smile (White Out) ", fu con i successivi " Bummed " ( 1988 ) e, soprattutto, " Pills'n'Thrills And Bellyaches " ( 1990 ) che gli Happy Mondays segnarono un'epoca. Quest'ultimo è probabilmente il manifesto di Madchester , il disco più rappresentativo e completo. Ma forse non il migliore...
Infatti l'anno precedente, gli Stone Roses diedero alle stampe un disco fondamentale per la storia della musica, dato l'impatto che ebbe alla sua uscita e l'influenza esercitata negli anni a venire. Il disco in questione, intitolato semplicemente " The Stone Roses ", è meno danzereccio dei tipici album della scena, e guarda più agli anni '60 che ai '70; l'influenza di gruppi come Beatles , Rolling Stones , Kinks e Beach Boys è lampante, ma inizia anche a farsi notare l'impronta lasciata dagli Smiths sulla musica britannica. Le ritmiche da dancefloor e i concerti trasformati in rave fanno del gruppo capitanato da Ian Brown la band più famosa ed influente di Madchester .
Gli altri gruppi simbolo di Madchester furono gli Inspiral Carpets , che riportarono a galla la psichedelia dei '60 ed i relativi Hammond (con il disco " Life "), o i Charlatans , i più longevi (ancora in attività), che con il loro " Some Friendly " dipinsero un autentico ritratto dell'era, o ancora A Guy Called Gerald , alias Gerald Simpson , produttore che con il singolo "Voodoo Ray" portò forse per primo alla ribalta commerciale Madchester e che coi “suoi” 808 Statesiglò l’enorme Pacific State, o ancora la meteora The Farm , per finire con la parentesi madchesteriana, " Gold Mother ", dei James .
Madchester finì con il fallimentare festival di Spike Island , il flop di " Yes, Please " degli Happy Mondays (e la precipitazione del loro leader Shaun Ryder nel tunnel della droga), le beghe contrattuali degli Stone Roses con la propria etichetta, l'annullamento del tour americano di questi ultimi tramite un comunicato stampa recitante "L'America ancora non ci merita" e la lunghissima gestazione del loro secondo disco, il deludente " The Second Coming ".
Cosa è rimasto di Madchester ? Molto, in realtà. Probabilmente tutto il fenomeno Brit Pop ( Oasis in testa: Noel Gallagher fu un roadie degli Inspiral Carpets e la loro musica fu influenzata non poco dagli Stone Roses ) non sarebbe mai esistito senza di esso, e ancora oggi band come Kasabian , Infadels e Hard-Fi pagano più di un pegno agli anni della “pazza Manchester”.

venerdì 14 agosto 2015

YE HOLE IN YE WALL

Una delle mete più consigliate in assoluto, per una pinta di ALE a Liverpool, il YE HOLE IN YE WALL vi colpirà per la bellezza del posto in sè, ma anche per l'estrema gentilezza del suo personale.



Bere una birra a Liverpool è un'ovvietà, ma farlo nel pub più antico della città, non lo è affatto. Il YE HOLE IN YE WALL è un incantevole antichissimo pub, nei pressi della stazione di Moorefields, dove tradizione e antichità, si mischiano a gentilezza e accoglienza: 8 spine a scelta (le classiche CARLSBERG, GUINNESS, STELLA etc etc) si uniscono ad una buona scelta di Cask Ales:Trooper, Adnams, Jacks e molte altre...
Attenzione al cibo: a differenza di tantissimi altri pub, non cucinano piatti classici della tradizione inglese, ma solamente panini, snacks, pie e sandwiches freddi e caldi.
Ideale quindi per una pints session dopo cena o un aperitivo pomeridiano...


Add: 4 Hackins Hey, off Dale Street, Liverpool, L2 2AW
Phone: 
01512273809

Website: http://www.yeholeinyewall.com/