mercoledì 26 ottobre 2011

Diari di Londra: WEST HAM - TOTTENHAM


Un derby è sempre una partita speciale. Ce ne sono alcuni poi che hanno un fascino tutto loro, come Boca-River Plate, Olympiakos-Panatinaikos o Rangers-Celtic.
Ecco West Ham –Tottenham non è a questi livelli, ma è senza dubbio un derby dal grande fascino… tipo Millwall-Chelsea per intenderci.
Toto è riuscito a trovare 2 tickets per Hammers vs spurs 2008 e, appena mi ha contattato, l’entusiasmo è salito alle stelle. La partità è il monday night della premier e, grazie al ponte dell’immacolata, non perderò giorni di lavoro.
(perplessità all'intervallo...)
Atterro a Londra Luton intorno alle 10:30 di lunedì mattina, dopo un viaggio tranquillissimo. Tipico clima inglese, uggioso e nebbioso, con una bella freddazza che crea quell’atmosfera unica. Poco prima di mezzogiorno sono in centro e inzio subito la giornata con una pub session in compagnia di Toto, che è pausa pranzo ed è venuto li a mangiare. Due bei giri di Carlsberg ci faranno affrontare meglio il pomeriggio.
Stiamo al pub un’ora abbondante, chiaccieriamo del più e del meno fino a quando il buon Toto deve tornare in the office. Faccio un giretto per le vie del centro, comprop un paio di regali di natale e poi via, verso Londra Est. La nuova casa del dott. Dell’Aringa è a Bethnal Green, in piena zona Hackney, quartiere in costante espansione, molto molto british nel suo alternare vie bruttofacenti, a complessi di villette pettinelle.
Mangio subito un ottimo falafel da un turco untissimo, accompagnato da una porzione abbondante di onion rings e svaporo un momento sulle panche in legno del locale, leggendo qualche articolo terribile del Sun. C’è molta gente in giro per Hackney e c’è l’atmosfera tipica di un giorno feriale qualunque, con gente di corsa che va e viene senza guardare in faccia nessuno… come a milano ma con un altro stile (eh beh!).
Sono in pefetto orario sulla tabella di marcia e decido di farmi un giro a piedi, prima di cercare il domicilio di toto. Hackney è quartiere mutlietnico, con chiese di ogni credo e bianchi, neri, turchi e indiani che si mischiano tra loro, senza una netta predominanza degli uni sugli altri, come accade invece da altre parti qui a Londra; passeggio tra improbabili negozi di abbigliamento e carrozzerie zarrissime pronte a pimpare le macchine dei “chavs” della zona, mentre un paio di niggaz mi offrono la speed e due tipe bianche con la tuta sintetica si insultano di brutto in mezzo alla strada, urlando come delle disperate.
(Bobby Moore Stand II anello)

Arrivo alla nuova casa di Toto verso le 5: tipica residenza britannica, su due piani, col giardinetto e il vialetto. Mi apre il suo coinquilino, che è malato e si ritira subito nella sua stanza. L’appartamento è accogliente, la stanza bella grande. Sistemo le mie robe e mi rilasso una mezz’oretta sul tatami, in attesa che totone torni dal lavoro con la sua inseparabile biga fixed.

Usciamo subito. La sindrome di Falconetti però si impadronisce di Toto per una ventina di minuti e così cambiamo due autobus, camminiamo un po’ a vuoto, riprendiamo un autobus, riscendiamo e saliamo finalmente sulla metro che ci porta ad Upton Park.
La fermata è affollatissima e la gente è tutta diretta verso allo stadio. C’è una quantità pazzesca di sbirraglia a cavallo : la partita è storicamente tesa, la rivalità tra Spurs e Hammers è accesa e la situazione di conseguenza è blindatissima. Ci facciamo un paio di pinte al Boleyn, affollato all’inverosimile, ma nel quale si respira l’atmosfera delle grandi occasioni. La Carling scende bene e ci concediamo anche un double burger with onions, cheese and bacon al baracchino fuori dallo stadio.
Entriamo. E’ la quarta volta che vengo a vedere il Wes Ham, ma ogni volta è sempre un’emozione.
Siamo nella Bobby Moore stand, al secondo anello stavolta, in alto in alto. I Tottenham sono tantissimi, stipati nel settore ospiti, esattamente dalla parte opposta a noi. Upton è tutto esaurito e quando partono le note di “I’m forever blowing bubbles” l’entusiasmo sale alle stelle. La squadra di Gianfranco Zola parte piano e la gara è piuttosto noiosa. Il Tottenham passa in vantaggio e il pubblico di Londra Est si spegne un po’. All’intervallo c’è giusto il tempo per un piscino, visto che alle birre c’è una coda infinita. Nell’antistadio noto delle belle cricche e alcune facce parecchio bruttofacenti, tra cui un ciccione enorme, pelato, bianco, con catena e orecchino d’oro, che vincerà il premio di stracapo della piazza (dopo di noi ovviamente!) e che confabula chissà cosa coi suoi soci (forse qualche movimento x il dopopartita…).
Il secondo tempo è la fotocopia del primo : calcio di livello scadente, poche occasioni, un PALISSIMO clamoroso degli Hammers e il Tottenham che a 3 minuti dalla fine, segna il due a zero, facendo letteralmente esplodere il settore ospiti. Su Upton cala il gelo e la gente sconsolata sfolla prima del fischio finale, accompagnata dai cori degli Spurs che dal loro settore fanno partire dei veri e propri boati.

All’uscita il Boleyn sta chiudendo e così ci incamminiamo verso la metro passando davanti al banchetto di un Cass Pennant indaffarato più che mai a firmare autografi e scattare foto coi “fans”.
La nostra attenzione viene richiamata da una calca di gente che sta bloccando il traffico all’altezza della torre ovest. Ci avviciniamo: a bordo Vito nero coi vetri oscurati, ma con un finestrino abbassato, sta uscendo Paolo Di Canio, osannato dalla folla “claret and blue”, che mette da parte per un momento la delusione della sconfitta e applaude fortissimo il proprio idolo di sempre. Proseguiamo verso il Queens, ma sta chiudendo pure quello. Gli sbirri stanno facendo sfollare la gente che è ferma davanti al pub, tra cui una cricca di quarantenni belli tosti, che vengono chiamati uno  per uno per nome dal digos capo e che, chiusi nei loro giubbottoni Stone Island, aspettano il passaggio di qualche Tottenham. Coda spropositata (ma ordinatissima) per raggiungere la stazione e carrozza del metro fortunatamente libera.

Scendiamo a Bethnal Green e ci buttiamo dentro al The Dolphin, un pub un po’ freak ma molto accogliente, pieno di fighe, dove iniziamo una pub session di tutto rispetto, nella quale parliamo di mille robe, buttando giù pinte su pinte di Carling e uscendo dal pub un’ora e mezza dopo belli messi.
Piottarelli fino a casa, camminando tra nebbia e pioggerella e stravacco in branda con classico russo da alcool…. domattina l’aereo parte alle 9:45!
Figa, WEST HAM-TOTTENHAM!

(Spurs festeggiano il gol dello 0-2)