venerdì 30 settembre 2011

SOUTHWARK TAVERN: quando il pub è un'istituzione!


Type: Old pub / Tavern
Add: 22 Southwork Street, London SE 1 TU
Open: Mon to Wed: 11am - Midnight / Thur & Friday: 11am - 1am / Saturday: 10am - 1am / Sunday: Noon – Midnight
Transp: Tube London Bridge (Jubilee Line/Northern Line) + 5 min walking
Tel: +44(0)20 74030257

A pochi passi dal Borough Market, potete trovare un pub che mi piace tantissimo e che consiglio vivamente per un pranzo inglese, o semplicemente x qualche giro di Pinte. Accogliente e luminoso, spartano nell’arredamento con il legno a farla da padrone (da buona tradizione british), la Southwark Tavern rifocilla il quartiere dal lontano 1863. Un’istituzione insomma, più che un semplice pub!

Come vuole la più pura delle tradizioni inglesi, i piatti del giorno sono scritti su una lavagna nera sul lato corto del locale, mentre dietro al bancone, un’altra lastra di ardesia, riporta la vasta scelta di Birre Ales proposte dalla taverna: oltre alle moderne lager consumer infatti (come Heineken, Amstel, Beck’s) il Southwark offre al pubblico le birre storicamente legate al gusto inglese, come London Pride,  Doombar, Theakstone, Rip Van winkle, tutte spillate a pompa, come vuole la vera tradizione anglosassone. C’è pure una stout irlandese niente male, consigliatissima se siete amanti delle scure amarissime.


Il cibo servito nel pub alterna i classici roast beef e hamburgeroni di manzo a portate più insolite e sfiziose, a base di gamberi o verdure saltate. Le porzioni sono molto abbondanti, la qualità è ottima, ma i prezzi sono un po’ altini. La domenica servono il sunday roast (da prenotare!)


Se avete appena finito il vostro giro al Borough Market, buttatevi in questa taverna per riposarvi dalla fatiche dello shopping o per trovare riparo dalla pioggia, se la giornata è brutta: nei rainy day infatti, nella Southwark tavern si crea un’atmosfera del tutto particolare, molto raccolta e “casalinga” che vi farà venire voglia di non uscirne più… e di continuare a buttar giù pinte di London Pride!
Cheers!



mercoledì 28 settembre 2011

BAOZI INN: best restaurant in chinatown


La cucina cinese è un must mondiale. Tutti la amiamo, tutti la mangiamo e in ogni parte d'europa la troviamo lì pronta a sfamare il nostro appetito più unto...
Se avete voglia irrefrenabile di chinese food, baozi Inn è senza dubbio il primo della lista.

Type: Chinese
Add: 25 Newport Court, London WC2H 7JS (Chinatown – Leicester Square)
Price : £££££
Transp: Tube Station LEICESTER SQUARE (Northern Line/Piccadilly Line) + 2 min walking
Tel: +44 20 7287 6877


Uno dei ristoranti migliori di tutta Chinatown, serve cibo cinese di ottima qualità e di prima scelta, con ricette tradizionali e non adattate al gusto britannico. 
Baozi Inn, conosciuto in tutta la città per i prezzi imbattibili e la vasta scelta del menù, è un ambiente kitsch e divertente, con poster dell’epoca di Mao alle pareti, tavoli e sgabelli in legno chiaro e musica degli anni Sessanta. Lo staff sorridente e cordiale serve ad una velocità incredibile, cosa assai gradita se entrate nel ristorante particolarmente affamati.
Se siete amanti del Chinese food, sarete a vostro agio nell’abbuffarvi di involtini primavera, spaghetti di soya e pollo con funghi e bambù. Vasta scelta di piatti veg e birre orientali in bottiglia. Da provare assolutamente!


martedì 27 settembre 2011

SHOPPING IN LONDON: shoes for ladies (by Meg)

Anche per le ragazze, soprattutto le shopping addicted, Londra riserva angoli indimenticabili. Tra questi spicca senza dubbio il Selfridges Shoes Galleries: il negozio di scarpe più grande del mondo!

Inaugurato esattamente 1 anno fa, all'interno dei grandi magazzini Selfridges, il mega store dedicato alle scarpe e grande 35.000 metri quadrati di superficie e ci troverete oltre 5.000 modelli esposti (grazie alla Meg x questo post!)

Situato al secondo piano dei grandi magazzini Selfridges di Londra è il più grande negozio di scarpe al mondo. Nei suoi 35.000 metri quadrati di superficie espone oltre 5.000 paia di scarpe – lo stock a magazzino supera le 55.000 unità – con almeno 120 marchi rappresentati e ben 30 modelli esposti in esclusiva.

Progettato dal famoso architetto canadese Jamie Fobert, lo spazio comprende sei gallerie e 11 boutique che ospitano le collezioni delle griffe più prestigiose: Christian Louboutin, Jimmy Choo, Chanel, Dior, Fendi, Prada, Gucci, Tod’s, Repetto, Ugg, e Topshop.
Nelle gallerie si trovano giustapposti materiali inusuali quali velluto e vetro, argilla e acciaio, alabastro e seta, cemento e gomma; nelle boutique si sviluppano, invece, ambienti esclusivi studiati per offrire sguardi specifici sui mondi dei singoli brand.
Se l’appartamento di Louboutin è ispirato allo studio del designer, l’area Chanel ricrea la casa di Coco Chanel a Parigi, lo spazio Repetto evoca la danza classica e la boutique Fendi ricrea gli interni del palazzo romano casa della dinastia.
Presente anche un giardino pensile e il ristorante francese Aubaine, situato proprio all’incrocio delle gallerie, utile per recuperare le energie consumate dalla lunga – e come potrebbe essere altrimenti – seduta di shopping.

domenica 25 settembre 2011

NEWS FROM LONDON: William Interview

Il daily mail in settimana ha pubblicato una lunga intervista a William, nella quale il principe parla di sua nonna aka The Queen... ve ne proponiamo uno stralcio...

Il nipote prediletto parla della propria nonna con il rispetto e la deferenza che si devono a una donna di 85 anni. E poco importa se quella signora dal portamento così naturalmente regale che nemmeno i vestiti dai colori improbabili riescono a scalfire sia anche la Regina d’Inghilterra, perché per il principe William, Sua maestà Elisabetta II «è prima di tutto mia nonna e poi la regina, come mi ripete sempre lei. Il nostro rapporto si è rafforzato con il passare degli anni: quando ero un ragazzino timido era magari più difficile riuscire a parlarle di certe questioni, ma crescendo, lei è diventata una parte sempre più importante della mia vita e non c’è nulla di cui non possa parlare con lei né una domanda che non possa farle senza che lei sappia già cosa dire o che consiglio darmi e questo per un giovane come me è davvero rassicurante. Ciò non significa che lei ti costringa a seguire il suo consiglio, ma ti lascia libero di decidere da solo e di capire che devi fare quello che pensi sia giusto. E lei stessa è il primo esempio di questa regola, visto che ha dovuto cavarsela da sola e che lo fa in maniera fantastica da 60 anni».
«GIÀ A 25 ANNI ERA NEL RUOLO» - Il ritratto di questa «grande nonna» che nella sua vita ha conosciuto dodici presidenti degli Usa e altrettanti primi ministri inglesi e sei Papi è contenuto nel libro Our Queen, scritto da Robert Hardman del Daily Mail e in uscita il prossimo 6 ottobre, di cui il tabloid regala alcuni estratti. Il primo è appunto una lunga intervista al nipote Will, che ha già quattro anni in più di quanti ne aveva Elisabetta quando diventò Regina. «All’epoca, essere una giovane donna di 25 anni e ritrovarsi a fare un lavoro che molti uomini pensavano di poter fare meglio credo fosse molto scoraggiante, ma guardando le foto di quegli anni, lei sembra incredibilmente naturale nel suo ruolo, così calma, posata, elegante e pensi che i ragazzi di 25 anni di oggi – io stesso o mio fratello – non abbiamo mai dovuto subire una pressione come quella. È incredibile quello che sta facendo da 60 anni e che non abbia mai ceduto una volta, ma che sia sempre andata avanti. Del resto questa è la sua natura: le presenti una sfida e lei la coglie». In realtà, qualcuno della famiglia ogni tanto ci prova a dirle di prendersela comoda, ma è solo fiato sprecato. «Si dedica anima e corpo al suo compito ed è davvero determinata a finire tutto quello che ha iniziato e a non lasciare nessuna questione irrisolta». Una su tutte, l’Irlanda. Non a caso la visita del maggio di quest’anno viene considerata da William come «la pietra miliare della diplomazia inglese. Mia nonna era così emozionata per questo viaggio, anche perché a differenza degli altri, questo non lo aveva mai fatto prima ed è stata come una grande porta che si è aperta e lei è stata capace di vedere cosa ci fosse dietro».
GLI INVITATI SCONOSCIUTI - All’epoca del viaggio della regina nell’isola di smeraldo il nipote era in luna di miele alle Seychelles con la giovane moglie Kate Middleton, sposata lo scorso 29 aprile. Un matrimonio talmente ben voluto dalla sovrana che fu lei stessa, all’epoca del fidanzamento, a suggerire al nipote William di fare carta straccia della lista degli invitati stilata da Buckingham Palace per le nozze. «Erano 777 nomi fra dignitari e governanti e io non ne conoscevo neanche uno, ma mi dissero che era tutta gente che avrei dovuto invitare. E così mi rivolsi alla sola persona in grado di risolvere la faccenda, ovvero la regina. La chiamai e le chiesi se era necessario fare tutto questo e lei mi rispose di no, di cominciare pure con la lista dei miei amici e poi di aggiungere il resto e di cestinare la lista. Cosa che feci».
IL VESTITO PER IL MATRIMONIO - Ma su un’altra questione Sua maestà non fu altrettanto accomodante: il vestito da sposo di William. «Volevo decidere io cosa indossare e invece è stata categorica nel dirmi che dovevo mettere la divisa della Guardia irlandese, visto che ero stato appena nominato colonnello, e in quel caso non c’è stato nulla da fare, ma il suo è stato un “no” molto giusto perché sapevo perfettamente che era la cosa migliore. Diciamo comunque che con mia nonna non sempre hai quello che vuoi». Una cosa però che William non si aspettava di ricevere erano i complimenti della regina in occasione del suo viaggio di cinque giorni all’inizio dell’anno in Australia e Nuova Zelanda, sconvolte da inondazioni e terremoto. Una visita volutamente low profile, ma che ha impressionato al punto la sovrana da spingerla a scrivere al nipote una lettera. «Ero già tornato al mio lavoro (quello di pilota di soccorso nella base Raf di Anglesey, ndr) quando mi è arrivata la lettera della regina che mi diceva “complimenti” e “bravo, hai fatto bene laggiù” e quelle lodi hanno significato davvero tanto per me, perché in quelle parole c’era un alto senso del dovere».
«IO RE? NON SONO ANCORA PRONTO» - Una virtù che William ha imparato fin da bambino, perché questo si richiede ad un membro della famiglia reale. Un ruolo per il quale però lui non si sente ancora pronto, men che meno per fare il re. «Onestamente, cerco di non pensare a questa cosa, anche se quando volo con il mio elicottero sulle montagne del Galles è tremendamente difficile non farlo. Non mi sento ancora pronto per un ruolo a tempo pieno e credo di poter aspettare ancora un pochino, quando sarò un po’ più vecchio».

venerdì 23 settembre 2011

SARA HOTEL: cheap nights in Earls Court

Premesso che a Londra sono (quasi) sempre stato ospite di qualcuno, credo sia doveroso segnalare qualche posticino dove dormire senza svenarsi e senza dove fare 40 minuti di treno x arrivare nelle "zone calde"... i posti per alloggiare saranno frutto di segnalazioni di amici/parenti/conoscenti che ci sono stati e me ne hanno parlato... nel bene o nel male!

Add: 15 Eardley Crescent- London SW5 9JS 
Price: £££££
Transp: Tube Station Earls Court (District/Piccadilly) & West Brompton (District Line)
Tel: +44 (0) 20 7373 3708

A soli 300 metri da Earl's Court Exhibition Centre, il SARA HOTEL è una delle scelte più azzeccate, se il vostro budget londinese è modesto, ma non volete andare in ostello o in bed & breakfast privati. Camere doppie a 30 pounds per persona,  connessione Wi-Fi gratuita e colazione continentale compresa nel prezzo, servita ogni giorno nella spaziosa sala da pranzo dell'albergo con tè, caffè, succhi di frutta e cereali.
Ogni camera è arredata in modo tradizionale, ha un bagno privato discretamente pulito con doccia e asciugacapelli, la TV, e pure un set da stiro di dubbia utilità.  Situato a soli 10 minuti a piedi dalla famosa Cromwell Road, il Sara Hotel è a 15 minuti dalla vivace Kensington High Street. Hyde Park dista appena 1 kilometro e mezzo e la scelta di pub e ristoranti in zona non manca di sicuro. Lo staff è gentile e accogliente, anche se molto riservato (come in tutti gli hotel inglesi!).
Le tariffe migliori si hanno prenotando via Internet: occhio ad indicare nella prenotazione l'orario d'arrivo previsto, poichè esplicitamente richiesto dalla direzione. Un ultima roba: prelevate al bancomat, l' Hotel applica un piccolo supplemento per tutti i pagamenti effettuati con carta di credito.

mercoledì 21 settembre 2011

GAY HUSSAR: un angolo di Ungheria nel centro di Londra


Il nostro amico Paolino, amante e frequentatore di Londra, ci manda il primo contenuto "esterno" al nostro blog. Se amate i sapori dell'est e siete disposti a provare nuove cucine, seguite questo suo consiglio!
(L'ingresso del ristorante)

Type: Hugaryan
Add: 2 Greek Street W1 Tottenham Court Road - London
Price: £££££
Transp: Tube Station Tottenham Court Road
Tel: +44 (0) 2074 3709 73



La cucina ungherese è stata una piacevole sorpresa per tutti noi e Gay Hussar è un ottimo approccio ai sapori di Budapest, sia per i novellini che per gli esperti di Europa dell’est. Se siete a spasso per il centro di Londra o avete intenzione di vivere la notte di Soho, potete iniziare con una bella cenetta qui. 
Da fuori potreste scambiarlo per un pub, ma l’ambientazione rustica e “gitana” dell’interno, con comodissime sedie in velluto imbottito e cornici piene di foto che riempiono i muri in legno del locale raccontandone la storia, vi faranno ricredere, avvolgendovi in una atmosfera tipicamente ungherese.

I camerieri sono per la maggior parte dell’est e il piatto che ci sentiamo di consigliare è senza dubbio il medaglione di maiale servito con cipolle e peperoni verdi, mentre se prediligete il veg, sono d’obbligo le patate all’ungherese con scalogno, brodo vegetale e yogurt di soia. Dato il successo che il ristorante riscuote, specie tra artisti, musicisti e gente dello spettacolo, vi consigliamo di prenotare per non rischiare di rimanere a bocca asciutta.


martedì 20 settembre 2011

COCKNEY PEOPLE: David Beckham

Lo si può amare o odiare, ma non c'è dubbio che DAVID BECKHAM sia uno dei londinesi più famosi al mondo. Grande calciatore, grande personaggio pubblico e gran belloccio, Becks ha da sempre successo in qualunque campo si cimenti. Personalmente lo stimo parecchio e la sua parentesi al Milan (inizialmente tacciata come mossa puramente commerciale) era stata più che positiva

David Beckham David Robert Joseph Beckham (Leytonstone, Inghilterra, 2 maggio 1975), calciatore inglese, centrocampista esterno destro di centrocampo dotato di un cross eccezionale e di un'altrettanto buona precisione nei calci piazzati.
È sposato con l'ex-membro del gruppo pop delle Spice Girls Victoria Adams (e perciò è soprannominato "Spice Boy"), e con lei ha avuto tre figli: Brooklyn, Romeo e Cruz. Beckham è considerato uno degli uomini più sexy del mondo.

Sin dai tempi della scuola faceva parte della selezione che difendeva i colori della contea dell'Essex, e fece dei provini per il Leyton Orient e per il Tottenham Hotspur, entrambi con scarsi risultati. L'8 luglio 1991 firma però un contratto come YTS (Youth Training Scheme) col Manchester United FC, grazie all'allenatore Sir Bobby Charlton che ne riconosce il potenziale a soli 16 anni. Fa il suo esordio in Premier League nel 1995, a 19 anni. Quando il polemico Eric Cantona viene sospeso per gran parte della stagione 1995-96 per aver aggredito uno spettatore, Beckham diventa il nuovo fenomeno mediatico-calcistico del club, col quale quell'anno conquista il titolo nazionale in Premier League e la FA Cup.
Dopo molte stagioni di successi, tra cui il 1998-99, anno in cui il Manchester United vince campionato, FA Cup e Coppa dei Campioni, nella stagione 2001-02 le relazioni fra l'allenatore della squadra Sir Alex Ferguson e Beckham si deteriorano per il basso rendimento del giocatore. Il conflitto arriva allo Spannung quando nella stagione successiva, dopo aver perso una partita contro l'Arsenal, Ferguson, lanciò un scarpino in faccia a Beckham.

Perciò il 17 giugno 2003, dopo più di dieci anni di Manchester United col quale ha collezionato 86 gol in 397 partite, Beckham firma un contratto quadriennale col club spagnolo del Real Madrid per 35 milioni €.
Nella sua prima stagione in Spagna, l'esterno ha segnato 5 gol in 16 partite, tra cui il gol numero 600 del Real Madrid nella Coppa dei Campioni.

In Nazionale
Nel 1998 la Nazionale di calcio inglese si classificò ai Mondiali di calcio Francia 1998. Quell'anno l'Inghilterra si trovò a giocare gli ottavi di finale nella tesissima partita contro l'Argentina. L'Inghilterra fu eliminata dal mondiale anche a causa dell'espulsione di Beckham, colpevole di aver fatto un brutto fallo contro l'argentino Diego Pablo Simeone, e le critiche allo "Spice Boy" non tardarono ad arrivare, e le più pesanti chiedevano addirittura una sua uscita dalla nazionale.

Ma ciò non accadde, e Beckham giocò anzi l'europeo di calcio 2000 da capitano della nazionale. Al mondiale di Corea e Giappone, l'Inghilterra tornò ad incontrarsi con l'Argentina, ma stavolta i sudamericani ebbero la peggio, eliminati proprio da un gol di Beckham su rigore. Quell'anno però l'Inghilterra fu eliminata 2-1 dal Brasile, futuro campione del torneo.
Beckham giocò tutte le partite del campionato europeo di calcio 2004 in Portogallo. Ai quarti di finale, l'Inghilterra uscì sconfitta dalla formazione di casa. L'incontro si decise ai rigori, e Beckham mandò il suo tiro alto sopra la traversa (dopo aver già sbagliato un rigore nella partita persa contro la Francia) e l'Inghilterra perse 5-6.

Al Mondiale del 2006 in Germania, Beckham si presenta ancora da capitano e gioca da titolare in tutte le partite.
Nella prima con il Paraguay propizia con una sua punizione l'autorete di Gamarra e nella seconda fornisce l'assist per il gol dell'1-0 realizzato da Crouch. 
Anche negli ottavi è lui il trascinatore: infatti è proprio un suo gol su punizione a piegare l'Ecuador. Nei quarti invece, contro il Portogallo, è costretto ad uscire per un infortunio nel corso del secondo tempo e non può quindi prendere parte alla lotteria dei rigori, che premiera il Portogallo (3-1 dopo lo 0-0 della partita).

Il nuovo CT McClaren ha scelto come capitano Terry, ma inizialmente non ha più convocato Beckham, che è tornato in Nazionale per l'amichevole del 26 maggio 2007 contro il Brasile, prima partita della Nazionale inglese nel nuovo Wembley, dove Beckham ha servito un assist su punizione proprio per Terry. Il 22 agosto 2007, scendendo in campo in amichevole contro la Germania, è diventato il primo calciatore di un club non europeo a giocare per la Nazionale inglese.
Successivamente è stato convocato per le altre amichevoli e le qualificazioni agli Europei 2008. Nell'ultima decisiva partita contro la Croazia, McClaren lo ha schierato solo dal secondo tempo, con l'Inghilterra che aveva già subito due gol: grazie al suo apporto l'Inghilterra è riuscita a pareggiare prima su rigore e poi con un gol di Crouch servito proprio da Beckham, ma la Croazia ha segnato un altro gol, condannando l'Inghilterra alla sconfitta e all'esclusione dalla fase finale.
Dopo la nomina di Fabio Capello come CT dell'Inghilterra Beckham è stato convocato per l'amichevole del 20 marzo 2008 contro la Francia, dove ha disputato la 100a partita con la Nazionale inglese, diventando il quinto giocatore inglese di sempre a raggiungere tale traguardo dopo Billy Wright, Bobby Charlton, Bobby Moore e Peter Shilton. Dopo la partita i compagni di squadra gli hanno regalato un iPod d'oro e prima della partita con gli Stati Uniti del 28 maggio 2008 Bobby Charlton, idolo dell'inglese e soprattutto del padre, ha consegnato a Beckham un cappello d'oro in ricordo della 100a presenza in Nazionale. Il 1º giugno 2008, a sorpresa, ha nuovamente indossato la fascia di capitano nell'amichevole controTrinidad e Tobago.
L'11 febbraio 2009, scendendo in campo nel secondo tempo dell'amichevole di Siviglia con la Spagna ha giocato la partita numero 108 in Nazionale, raggiungendo Bobby Moore al secondo posto nella classifica di presenze con la Nazionale inglese, primo tra i giocatori di movimento. L'ha poi superato il 28 marzo 2009 disputando il secondo tempo dell'amichevole contro la Slovacchia.
A causa di un infortunio al tendine d'Achille Beckham non ha potuto partecipare ai Mondiali 2010, ma il CT Capello ha deciso di portarlo in Sudafrica come collaboratore anche se senza un ruolo ufficiale all'interno dello staff tecnico della Nazionale inglese
Squadre di club
David Beckham ha giocato con le seguenti squadre di Club:
Manchester United (Inghilterra): 394 presenze con 85 reti. Preston North End (Inghilterra), in prestito: 5 presenze nel campionato di prima divisione con 2 gol. Real Madrid (Spagna): 159 presenze e 20 gol.
Ac Milan (Italia): 33 presenze con 2 gol
Los Angeles Galaxy (Usa): 83 presenze con 12 gol

lunedì 19 settembre 2011

KENSINGTON ARMS... "shopping pub session"


Type: Modern/Cool
Add: 41 Abingdon Road, Kensington, London, W8 6AH
Tel: 0871 951 1000
Transport: Tube station High St Kensington (circe Line)

Se lo shopping in Kensigton high street vi prende bene e ci dedicate un pomeriggio intero, sarà obbligatoria una tappa al pub per ricaricarsi. Questa zona super chic infatti, al confine tra Hammersmith e Notting Hill, offre un buon numero di public houses pronte a saziare la vostra sete di lager o bitter. Tra queste spicca il KENSINGTON ARMS, un pub abbastanza moderno e pettinato (come il quartiere), ma con un’atmosfera piuttosto frizzante. All’interno, tra uomini di mezza età che scolano pinte mentre le mogli fanno shopping, e gruppetti di abitueè del posto, è facile imbattersi in bande di giovani inglesi appena ventenni (ma già clienti abituali del pub) che, stravaccati sui divani, buttano giù litri di lager, snakebite e jeger bomb fin dal pomeriggio, in compagnia delle loro fidanzatine “tarts” pettinatissime ma allo stesso tempo super volgari.

(Il bancone del pub)
Il pub è piuttosto luminoso e al suo interno predomina il colore bianco, con dei grossi televisori LCD sparsi nel locale e belli in vista sopra al bancone, che trasmettono tutti gli eventi delle premierleague e degli altri sport amati in Inghilterra, come rugby e cricket.  15 pinte a disposizione dei clienti con tutte le lager, ale e stout più classiche e un paio di bitter old school, fanno del Ken Arms un pub ideale per bersi qualcosa in compagnia, ma il cibo di qualità mediocre ne sconsiglia la scelta come posto per una cena. Lo staff è simpatico e alla mano e i cocktail (strano a dirsi) non sono così malvagi. Al momento della nostra ultima visita, dietro al bancone c’era un certo David, londinese doc ma tifoso del Manchester United, piuttosto incline a parlare di calcio con gli stranieri, specialmente quelli italiani.
Aperto tutti i giorni, con sunday roast domenicale, è un pub da provare e gustare, per un giro di pinte, a meno che non facciate parte dei puristi più intransigenti, per i quali il pub deve essere per forza buio, scuro e senza giovani…
(Snakebite pint sul bancone del Ken Arms - marzo 2006)

venerdì 16 settembre 2011

Diari di Londra: CHELSEA FC-SCHALKE 04 (25.10.2007)

Ritrovo ore 17:00 in Piccadilly Circus. Fa un freddo della Madonna a Londra, ma per fortuna non piove. Toto e Morgan arrivano puntuali e in un momento siamo in metropolitana. Racconto ai ragazzi della mia giornata londinese e della curiosità di vedere i Chelsea in azione. La tube è affollata di tedeschi diretti a Stamford: sono belli pieni di lager e nella mandria inutile si scorgono un paio di gruppetti belli carichi e pronti ad eventuali visite.
Morgan dice che quando arriveremo a Earl’s Court succederanno casini: è una tana dei blues quella e a quest’ora ce ne saranno un bel po’. Il ragazzo non si sbagliava, ma quando arriviamo a quella stazione, oltre ai tanti Chelsea, c’è un compatto cordone di polizia che impedisce alla gente di fare ogni “movimento”.

Chelsea crew fuori da Stamford un'ora prima del match
In pochi minuti arriviamo a Fulham Brodway. Scendiamo. I Bobbies, con telecamere spianate e cani che abbaiano, raccolgono in una zona della banchina tutti i tedeschi che mano a mano arrivano con la metro, per fargli fare il corteo fino allo stadio, mentre noi e altri inglesi usciamo in strada. C’è già parecchia gente intorno a Stamford, ma noi abbandoniamo subito la via principale, per infilarci nelle viette secondaria dove, a detta di Morgan, ci sono i pubs “meglio frequentati”. Stamford ha avuto una wonky evolution -mi dice- ma ogni tanto capita che, prima o dopo la partita, ci siano disordini nelle vie intorno allo stadio, specialmente quando arrivano i tedeschi, i gallesi e i turchi, tre razze viste piuttosto male in casa chelsea.
Arriviamo in fondo ad una vietta ed entriamo al Morrison, un pub no away fans abbastanza tranquillo. Facciamo un giro di lager e Morgan si scioglie un po’, iniziando a parlare di Hools, di Inghilterra e di tradizioni british. Ci sta dentro, è piuttosto orgoglioso di essere inglese e britannico, ma anche di essere di Londra Ovest, così diversa e migliore, a detta sua, della freakkettona east london. Detesta gli irlandesi e gli abitanti di Liverpool, stima i Rangers, ed è incuriosito dagli italiani.

Il secondo giro di pinte lo facciamo all’ Imperial Arms, un pub pettinato a poche centinaia di metri dal Morrison e dove la frequentazione è decisamente più sospetta: c’è una cifra di gente che beve litri di lager e di tedeschi non se ne vedono nemmeno in lontananza. Sono quasi tutti bianchi i frequentatori del pub e, per la grande maggioranza, enormi e poco sorridenti. L’ambiente è un po’ Loyal, un misto tra pettinanza e ignoranza hooligans… esattamente come mi immaginavo l’ambiente Chelsea. Beviamo 2 pinte a testa nel retro, dove loro possono fumare dopo mezz’oretta siamo di nuovo in strada. Attraversiamo un paio di viuzze abbastanza appartate, dove ragazzetti di 13 anni in tuta nike sono fermi, a cavallo della bicicletta, a lumare bene tutti quelli che passano, nella speranza di scorgere qualche gruppetto di tedeschi pronto all’azione. Sembrerebbero le vedette di football factory… “credo proprio che lo siano” commenta Toto.

Il terzo pub della serie, del quale non ricordo il nome, è senza dubbio il migliore: pelati sui 35-40 anni, totale assenza sciarpe o cappelli biancoblù, molti segni in faccia e un sacco di giubbotti stone island. Morgan dice che nei pressi di quel pub spesso si sono verificati disordini e due digos fuori dalle vetrate, con tanto di telecamere spianate, avvalorano decisamente la sua tesi. Toto beve velocissimo, buttando giù la lager con un ritmo impressionante e pure Morgan rimane stupito dalla facilità con cui un “non inglese” beve birra così in fretta. Fuori intanto è buio e l’ora della partita si avvicina.
L’ultima birra del pre gara (la quinta in meno di 2 ore!) la beviamo al NO, un pub sempre only chelsea, vicinissimo ai cancelli di Stamford, E’ tutto serissimo in giro, l’atmosfera è davvero vecchio stile, ma tutto sommato, credo che Upton Park sia meglio. Dentro al pub fa un caldo della madonna, c’è già un tot di gente ubriaca che canta a squarcia gola cori per il Chelsea e per la “madre” Inghilterra. E’ un po’ una baracconata sto posto, con tutti i ragazzetti con la maglia dei blues che devono snakebite e cantano in piedi sui tavoli, saltando e gesticolando.
Finiamo le pinte e entriamo.

La partita dal nostro posto (di fronte a sx gli ospiti!)
I controlli non sono particolarmente tosti. La musica che accompagna l’ingresso dei blues è la filastrocca liquidator, sottolineata da tutto lo stadio CHELSEA!  
Stamford è piccolo rispetto a San Siro, ma davero bello. Siamo nel lato corto, dietro la porta, in quello che una volta era lo SHED, dalla parte opposta rispetto agli ospiti, che sono tantissimi e si fanno sentire. L’atmosfera stupenda che c’era fuori dallo stadio però, sembra perdersi dentro, dove tutto è molto freddo, controllatissimo dagli stewart (pure al cesso!) e rigorosamente ordinato, con la gente che in modo babbissimo sventola delle cazzo di bandierine pre confezionate, distribuite dalla società fuori dallo stadio. C’è qualche momento di entusiasmo quando partono i classici cori sulle guerre…
There were 10 german bombers in the air
There were 9 german bombers in the air
There were 8 german bombers, ten
german bombers, ten german bombers in
the air....
e altri insulti verso i nemici alemanni e verso gli scousers che stanno perdendo a Istanbul. La gente batte le mani, canta e si accanisce un po’, ma la cosa dura poco e, tempo qualche minuto, tutto torna normale. Troppo normale, non c’è dubbio. Troppo controllato e compresso… sembra di essere a teatro più che allo stadio. Non si può nemmeno fumare!
La partita è discreta, il Chelsea vince 2-0 facile. Sheva gioca 3 minuti e tocca zero palloni, recitando la parte che nel Milan toccava ai vari Blomqvist e De Ascentis. Tristissimo, un giocatore finito.
Al fischio finale ovazione dello stadio e tutti in piedi a cantare BLUE IS THE COLOUR, FOOTBALL IS THE GAME!

(Io e Martin King)
Usciamo abbastanza in fretta, mentre i tedeschi sono tenuti dentro a lungo. Ci dirigiamo verso le viette di prima, per andare a bere al famigerato Jolly, ma ci fermiamo quando vediamo il baracchino di Martin King, uno degli storici top boys degli Headhunters, autore del bellissimo libro Hoolifan. Ci fermiamo a fare un po’ di piazza, ci chiede di dove siamo, che squadra tifiamo e se siamo ultras. E’ preso bene con noi e facciamo pure una foto insieme, prima che arrivi tale Roberto Russo, un granata dei Korps che ha realizzato di recente un libro fotografico sugli ultras italiani in vendita in England e al quale ha collaborato lo stesso Martin King. Non è certo un capo sto qua e lo si capisce dalle domande dirette e spesso inesatte che mi fa riguardo alla vicenda Fdl e alle quali, ovviamente rispondo in modo vago. Stiamo li a chiacchierare un po’, anche King è interessato alle questioni ed è preso bene. Prendiamo un cappellino degli Headhunters e saluitiamo i ragazzi, chiedendo a Martin King un pub “giusto” andare a bere e ci dice che il più comodo è il Morrison, il primo pub della giornata. Dice che i migliori sono quelli dove siamo già stati (con grande soddisfazione di Morgan), perché gli altri ormai sono troppo commerciali.


Chiudiamo la serata con gli ennesimi giri di lager (non conto più le birre che abbiamo bevuto!) con Morgan scioltissimo che parla della sua terra e dei suoi punti di vista sul chelsea, sul millwall, sugli italiani, sui romani, sui turchi, sulla nazionale inglese, sulle questioni Celtic-Rangers, su The Football Factory, su Jason Marriner, sugli inglesi all’estero, sugli skinheads, sulla regina, sulla birra e su tutte le altre cose di cui volevo sentir parlare…
God Save The Queen!
Ale

(Fuori dall'ultimo pub prima della partita)
Adesivo acquistato fuori da Stamford Bridge

giovedì 15 settembre 2011

The Italian job: piazza e regole x gli italiani a Londra

Inserire una pizzeria in un blog alternativo per italiani a Londra, non è proprio il massimo, ma Pappagone è molto più che un semplice ristorante. Toto ci parla di questo must di italianità nel Nord di Londra, andateci se vivete nella capitale e andateci se siete lì di passaggio... ah, se siete alla vostra prima esperienza a Londra, vi consigliamo di seguire queste 5 regole basilari... e tutto andrà alla grandissima!


1) Risparmiati la foto alla cabina telefonica. Hai mai visto qualcuno che fa una foto ad una vecchia cabina a gettoni?

2) Gli scoiattoli sono topi coi capelli lunghi. Non impazzire di gioia se ne incontri uno passeggiando per St.James Park

3) Se un amico inglese ti invita al pub per bere una birra, sappi con non intende veramente "una" birra.

4) Se ha l'insegna accesa, per chiamare un taxi basta alzare il braccio. Agitarsi e dimenarsi in mezzo alla strada puo' essere considerato poco elegante


5) Leicester Square si pronuncia "Lester". E' strano ma e' cosi'.

E ora passiamo al ristorante:

Siamo a  Finsbury Park a due passi da Highbury e il fatto due pub su tre siano intitolati ai "Gunners" chiarisce a chiunque che qui siamo nel bel mezzo della terra di Arsenal.
Così come il quartiere, la pizzeria Pappagone non ha nulla di speciale e paradossalmente è proprio la sua mediocrità a renderlo così piacevole. Frotte di italiani nostalgici riempiono rumorosamente le due sale del locale e ad aumentare la confusione i cinque sempre sintonizzati su Striscia la Notizia o sulla partita di turno di Serie A. Sulle magliette dei camerieri (tutti rigorosamente italiani!) capeggia un motto abbastanza improbabile: "It's a nice place to stuff your face" e forse non c’è altro da aggiungere; il gigante forno a legna sputa fuori pizze ad un velocità spaventosa e con Margherita + Moretti per meno di 15 pound, sembra davvero di stare a casa… e ogni tanto ci vuole!

Add: 131 Stroud Green Road N4 3PX
Type: Italiano
Prezzo: £££££

martedì 13 settembre 2011

OLD PICS OF LONDON

Dal mio infinito archivio fotografico londinese alcuni scatti d'epoca della Capitale Inglese...

(Claphan High Street 1908)
(Camden 1865)

(Castle Street 1875)
(Burberry in Regent St 1862)

(East End 1920)
(Brixton road primi 900)
(Charing Cross 1910)
(i docks nel 1920)

(Liverpool St Station 1870)

(Piccadilly 1948)

lunedì 12 settembre 2011

MILDRED'S: veggie in soho


Dopo un bel po' di consigli "carnivori", ecco un ristorantino ideale per chi ha scelto di vivere veg... cheers!

Type: Vegan/Vegetarian
Add: 45 Lexington Street, Soho W1F 9AN
Price : £££££
Tel : +44 20 7494 1634
Open:
12 noon till 11pm Mond to Sat




Il paese europeo dove per ragioni storiche (la Vegetarian Society è nata proprio qui), etniche (la vasta comunità indiana) e salutistiche (la sigla BSE vi ricorda qualcosa?) il vegetarismo ha maggiormente attecchito, è il Regno Unito. Londra ne è naturalmente la degna rappresentante, nonchè uno dei paradisi in terra per chi è vegetariano e vegan. Ovunque si vada è molto semplice riuscire a ottenere un piatto vegetariano e anzi, in quasi tutti i ristoranti, pub e fast food sono ben evidenziate le opzioni senza carne e pesce (un po' meno comuni quelle senza latticini e uova). Diciamo che a Londra un palato vegan non patirà i morsi della fame, questo è sicuro.
Una tappa obbligatoria, per questo tipo di cucina è MILDRED'S, il ristorante veg più famoso della città, situato nel cuore di Soho: fondato nel 1988, propone una vastissima scelta di piatti Vegetariani, tutti preparati con ingredienti organici, biologici ed eticamente corretti. Ambiente curato ed accogliente, servizio efficiente e menù per tutti i portafogli : la nostra scelta cade senza dubbio sul vegetarian burger accompagnato da patatine e guacamole della casae, se siete ancora affamati, consigliamo una fetta di mashrooms pie o uno dei tanti dolci della casa, tra i quali spiccano la cheese cake al tofu e il dolce ai frutti di bosco. Tutto buonissimo e freschissimo.
(il famosissimo veggie burger di mildred)
Per accompagnare le portate, scegliete tra le tantissime proposte "vinicole", perchè le birre sono poche e molto particolari.
Ultimo consiglio: il ristorante è sempre molto affollato, quindi vi consigliamo di armarvi di molta pazienza oppure di andare lì presto. Se possibile evitate i week end, perchè la fila fuori potrebbe implicare un'attesa di quasi un'ora...